Avellino. Il PD irpino è in crisi più di quello nazionale "collassato" dopo le Politiche del 4 Marzo con le dimissioni-bis dalla Segreteria di Matteo Renzi. Senza Segretario provinciale da 26 mesi, i dem "residenti" a via Tagliamento sono allo sbando più totale ed alle porte ci sono le elezioni Amministrative con il Capolugo vero e proprio "incubo" da cercare di superare facendo "passare la notte". Discussioni, chiacchiere, accuse, tutto questo sul PD morente e che è stato portato in questo stato "comatoso". Diciamocelo: Il vero "nodo" non è la ricostruzione del PD ma come non perdere Avellino amministrativamente? Il Commissario politico David Ermini ha stabilito l'iter per il Congresso provinciale che dovrebbe vedere la fine il 21 Aprile (concomitante l'Assemblea nazionale). Aumenta il numero, col passare dei giorni, di coloro i quali non vogliono si tenga. Il "problema" è che da più giorni oramai, in diversi suggeriscono la "reggenza" affidata al "duo" Umberto Del Basso De Caro, parlamentare sannita eletto nel collegio "Irpinia Sannio" e la Presidente del Consiglio regionale Rosetta D'Amelio. Perchè ciò avvenga occorre che Ermini, dia le dimissioni o venga "destituito" dalla Organizzazione nazionale; queste due opzioni vorrebbero però dire, l'ammissione "personale" e "di partito" del fallimento di una gestione, quindi di chi l'ha determinata, suggerita, imposta a partire da "Avellino". Detto ciò, affidare il partito ai "riferimenti istituzionali" (la solita "piccola" soluzione all'italiana per non fare niente ma con poposità), gli unici due rimasti (uno, non è del tutto irpino e questo conta visto la "dichiarazione del cappello" da parte di qualche esponente, "decariano" stesso) sarebbe una sconfitta di tutti ed una "ipocrisia" che farebbe cadere le braccia all'elettorato, almeno quello più attento, così come agli stessi iscritti, quelli che vivono e non dimenticano le dinamiche di questi due anni. All'area Del Basso De Caro non è mai andato bene il Direttorio composto dai riferimenti istituzionali, più Enzo De Luca (dicevano che questi "cercava sponda" sembra ora che la cerchino), ex Senatore, quindi dalla D'Amelio che si dimise per poi "rientrare" dopo "preghiere romane e non", e dagli allora Deputati, Valentina Paris e Luigi Famiglietti. Se il "Direttorio", dai "decariani" e non solo è stato dipinto come una sorta di "male assoluto" del PD (quindi, ricordiamo agli "agguerriti nemici"  della D'Amelio che l'hanno attaccato per circa due anni, un giorno sì e l'altro pure), un "mezzo direttorio" con la stessa D'Amelio che già ha "vissuto come forzatura"  la prima esperienza perchè ora starebbe bene ai "giocatori decariani"? Solo perchè "entrerebbe" il loro "allenatore" Del Basso De Caro? Chiara Maffei, Livio Petitto, tanto per citarne due, dopo aver tanto attaccato la Presidente del Consiglio regionale si sentirebbero a loro agio ad essere rappresentati anche da lei, condividendo scelte politiche? Alla D'Amelio farebbe "piacere" un "duopolio"  (i due, sono rivali e complemtari? In questi ultimi due anni solo rivali) con chi l'ha attaccata senza "pietà" non sostenendola nella candidatura alle Politiche (un bene, a conti fatti, visto il risultato deludentissimo del partito)? Quasi sembrerebbe che ai "decariani" non vada bene nessuna rappresentanza (istituzionale o meno, per non parlare dei "cento tesseramenti") all'infuori di Del Basso De Caro. Che messaggio si fa passare in questo modo? L'area "decariana" è palesemente "frastagliata" a dir poco e solo ultimamente sta "capendo" ed indirettamente dando ragione alle varie analisi politiche di Cinquerighe (ovvero che ci sarebbe voluto un leader locale schierato sul campo ed un "commissario tecnico" a supervisionare, se proprio da soli avessero avuto delle "difficoltà"). Continuare su questa "linea storta" non fa bene a loro. Sia i "dameliani", così come i "decariani" hanno delle "incongruenze da giustificare", almeno per quanto riguarda palazzo di Città e la vicinanza, il sostegno al Sindaco uscente ma tra le due aree c'è una differenza: i "decariani" parlano troppo, ora sembra quasi dipingano Paolo Foti come il miglior Sindaco della storia mentre i "dameliani" evitano e fanno bene. L'area "decariana" deve "costruire e non buttarsi" sull'esistente e portarlo dalla propria parte o comunque sostenerlo solo per andare contro qualcuno, "vedi" il Comune di Avellino e l'Alto Calore Servizi. Ritornando e chiudendo sulla gestione del PD irpino, il "duopolio" non sarebbe la migliore soluzione, per una questione "limpidezza politica" verso se stessi, gli iscritti, gli elettori ed i simpatizzanti, seppur pochi. Qualcuno pare definisca Ermini come un "dittatore", a noi non sembra ma bene farebbe (lo diciamo provocatoriamente) se si candidasse a Sindaco di Avellino in modo da frenare i tanti "istinti".

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