"E’ arrivato nel Pd il tempo di fare chiarezza. Dalle sue dimissioni Renzi si è trasformato in un Signornò, disertando ogni discussione collegiale e smontando quello che il suo partito stava cercando di costruire. Un vero leader rispetta una comunità anche quando non la guida più". Le parole dell'ancora Ministro dei Bani Culturali Dario Franceschini che, dall'account Twitter, hanno seguito alla intervista dell'ex Segretario Matteo Renzi il quale ha detto, nel corso di una intervista, "no" all'alleanza di Governo con il Movimento 5 Stelle. Egli può esprimere il suo parere ma non una espressione categorica perchè il Segretario è un altro. Che abbia ragione o meno, dal punto di vista della lettura politica, a lui bisogna ricordare, che per certi aspetti, "purtroppo", la maggioranza si forma in Parlamento e la Legge elettorale che ha votato il suo partito, il "Rosatellum", quando lui era Segretario (poteva dire "no" allora, perchè l'ha permessa?), ha contribuito all'ingovernabilità. I 5 Stelle ed il Centrodestra, vincitori, "in coalizione" e in "singolo", non sono capaci di Governare, di costituire un Governo? A lui e ad altri bisogna ricordare anche, che nel 2013 il PD ha preso meno voti del centrodestra e del Movimento 5 Stelle ma vi era un premio di maggioranza abnorme che permetteva di formare una maggioranza, maggioranza, allora e per tutti i cinque anni, talmente fragile o inesistente nel suo "campo" che ha dovuto fare ricorso, ai "verdiniani" ed agli "alfaniani", staccatisi dal centrodestra. Il 4 Marzo il PD di Renzi ha preso solo il 18% contro il 32,5 dei 5 Stelle e del "centrodestra coalizzato" al 3., Maurizio Martina è il Segretario reggente dopo le dimissioni di Renzi, quindi, dopo la sconfitta alle Politiche del 4 Marzo, soprattutto, unita a quella sul Reserendum Riforme, la "sua" sconfitta (di Renzi). L'ex Segretario ha certamente il diritto di parola ma certe cose andrebbero dette, come ricorda Franceschini, in riunioni di partito e non in TV, non fosse altro per "dimostrare" rispetto dei ruoli. Martina ha portato avanti un lavoro da sottoporre alla Direzione del partito ed a un referendum tra gli iscritti, quindi si è dimostrato ben consapevole delle difficoltà di un accordo con i "pentastellati" per questo non ha preso decisioni definitive. Renzi ha "paura" della consultazione con la "base"? Un "base stranetta" visto che lo ha votato un anno fa a "stragrande maggioranza"ma gli "urla silenziosamente" contro continuamentee magari lo voterebbe di nuovo all'80% (in Irpinia soprattutto, visto i precedenti). Renzi cosa vuole? E' stato, lui e la sua condotta politica, ad essere bocciato dall'elettorato. Ora cosa vuole? 

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