Avellino. Il ballottaggio ha decretato Vincenzo Ciampi Sindaco con il 60%. Il "problema" formale e sostanziale è, qualora dovesse, ciascuna delle componenti consiliari, fare la propria parte fino in fondo la tenuta del mandato ricevuto. In realtà tale "dilemma" non si pone, almeno nell'immediato e ne breve-medio periodo. Ciampi può contare su 13 Consiglieri, 5 pentastellati (Antonio Aquino, Massimo Mingarelli, Alfonso Laudonia, Elsa D'Aliasi, Maura Sarno) ai quali vanno ad aggiungersi quelli delle forze che lo hanno sostenuto ma senza "apparentamento": "Mai Più" con Luca Cipriano, Marietta Giordano e Leonardo Festa; Forza Italia con Sabino Morano, Lazzaro Iandolo ed Ines Fruncillo; La Lega di Matteo Salvini con Damiano Genovese e Costantino "Dino" Preziosi di "La Svolta inizia da te" che era stato appoggiato anche da Fratelli d'Italia; Questi quelli della "Maggioranza-Minoranza"; Troviamo a seguire Nadia Arace di "Si Può"  che non si è schierata con nessuno ed in infine la Minoranza-Maggioranza con il PD, Livio Petitto, Laura Nargi, Enza Ambrosone, Carmine Montanile, Stefano La Verde ed Ivo Capone; Il PD-Davvero con Gianluca Festa, Ugo Maggio e Giuseppe Negrone; le due liste riconducibili al Consigliere regionale Maurizio Petracca e quindi a Ciriaco e Giuseppe De Mita: "Avellino e Popolare" con Nicola Giordano ed Alberto Bilotta ed "Avellino Rinasce" con Raffele Pericolo e Modestino Verrengia; "Insieme Protagonisti" messa su da Angelo Antonio D'Agostino con Gianluca Gaeta e Stefano Lungo;  Ettore Iacovacci con "Avellino Democratica" ed "Avellino Libera è Progressista con Adriana Percopo, quest'ultima lista "ispirata" dal Consigliere regionale Articolo Uno MDP, Francesco Todisco. Quanto a Pizza è sulla carta il leader della Opposizione. Lo vorrà fare fino in fondo? I "suoi" faranno in modo che lo possa fare? In questa fase assumersi la responsabilità di guidare una Maggioranza-Minoranza che non sa dove andare non è facile. La "strada" delle dimissioni in blocco per tornare subito al voto è da scartare, almeno nel periodo "breve-medio" in quanto il PD provinciale, spaccatissimo al proprio interno e con una propria maggioranza consiliare "oppositrice" (per motvi che esulano dalle Amministrative ma che si trascinano da mesi) al Segretario irpino Giuseppe Di Guglielmo non potrà o non potrebbe permettersi di andare al voto in condizioni peggiori di quelle "attraversate" in questa "tornata". Quanto ai "demitiani" vale lo stesso ragionamento: Dove andrebbero? Un "atto" del genere potrebbe inoltre far pensare all'elettorato che l'esito del ballotaggio, che è puramente politico, non lo si accetta. Una "prevaricazione". Certo, lasciando tutto come sta si andrebbero a "perdere" gli Enti, come l'Alto Calore Servizi ma questo non sarebbe un "male" vista la gestione politica e parliamo solo di politica, non certamente eccelsa. Ci saranno le regionali tra due anni e questo è un altro "problema". Nel frattempo esisterà ancora il PD? In che "proporzione"? Quella "esigua" determinatasi a livello nazionale non fa ben sperare, anzi. Il PD in Irpinia, tutto sommato ha tenuto, almeno al primo turno anche se con tutte le "spiegazioni" dovute al numero di liste ma questo puà bastare ad affrontare le regionali? Per questi ed altri motivi il Movimento 5 Stelle potrebbe andare avanti con relativa "tranquillità" e cercare, in questo tempo di mettere mano alle principali "urgenze" della Città (che non potrà risolvere con la bacchetta magica e per questo bisognerà lasciar lavorare con serenità, senza pressioni) ma soprattutto "stravolgere" le dinamiche politiche che hanno dominato la Città in anni ed anni di "storia". Il Movimento 5 Stelle non ha "acchiappato" solo la protesta, non è più un Movimento di protesta. La "conquista" di Città importanti, la "conquista" del Governo nazionale ed ora la "conquista" di Avellino sono tre "indizi" che fanno la "prova"; gli elettori ci credono. Ora tocca rimboccarsi le maniche e lavorare sodo come stanno dimostrando di saper fare. Le Politiche del 4 Marzo non sono l'onda lunga che ha portato a questo risultato ma il "culmine" di un progetto che in 10 anni ha "asfaltato" il sistema partitico. Ad oggi solo la Lega tiene testa.

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