Il Congresso Nazionale del Partito Democratico è nella fase preparatoria. Terminata la "tre giorni" organizzata dall'ex Ministro Dario Franceschini a Cortona, in Toscana, un evento molto atteso in quanto ad organizzarlo è stata "Area Dem" che ha espresso nel 2009 lo stesso ex Ministro, quale Segretario, cominciano a muoversi anche gli esponenti irpini. A partecipare, una "schiera" che ha quale riferimento l'ex Senatore Enzo De Luca. Si è "visto" da quelle parti anche Donato Pennetta, "firma" di rilievo della politica irpina, della ex DC e del PD. La "partecipazione" è stata a "titolo personale", in visita all'amico Franceschini dopo una gita in famiglia sul lago Trasimeno. Pennetta, nella chiacchierata informale con Cinquerighe, non entra nelle dinamiche locali ma evidenzia il suo pensiero che sarebbe da "attuare" in Irpinia. A Cortona vi è stata una rimpatriata appassionata, un entusiasmo che sembrava andato perso; un "flashback" della politica che è ferma da venti anni. Pennetta ha registrato questo sentimento ritrovato nella sostanziale investitura a candidato Segretario, di Nicola Zingaretti, Governatore della Regione Lazio e proveniente da una storia politica, di sinistra, diversa da quella centrista e proprio per questo, la "standing ovation" di cinque minuti a lui riservata, dopo il "discorso" è apparsa ancora più eloquente del manifestare la voglia di partecipazione, dell'essere coinvolti in un progetto. Zingaretti è un "uomo strutturato" che sa abbinare comunicazione sul campo ma anche sui social; bisogna applicare le idee sul territorio, ricostruire un partito come lo erano quelli dei "tempi belli", dove, indipendentemente dalla capacità dei singoli di portare voti (grandi portatori), c'era rispetto per il pensiero dell'altro con l'intento di costruire assieme e non cacciando. Il Partito Democratico, con Zingaretti, può ritrovare la vicinanza alle fasce deboli, quell'essere presenti sul campo, nelle periferie, dove è lì che il partito è venuto a mancare in questi ultimi anni. Un partito elitario, votato nei quartieri ricchi e abbandonato dagli operai, dalle famiglie in difficoltà, da chi non arriva a fine mese e cerca occupazione. L'entusiasmo rilevato in questo "ritrovarsi" non è detto sia riscontrabile o possa essere portato nelle realtà locali ma di certo bisogna provare a costruire, a ricostruire un partito, un PD, partendo dalla base dando spazio ai trentenni, ai quarantenni con alle spalle i "vecchi" a fare da guida, da consiglieri ma il dubbio che questi settantenni, ottantenni si facciano da parte, persiste. La "rottamazione" promessa da Matteo Renzi non si è realizzata, soprattutto al Sud e questo ha bloccato la crescita di un partito ancorato a vecchi dinamismi politici che hanno prodotto "angustia" nell'elettorato. Una rottamazione da portare avanti con giudizio. Ci sono giovani capaci che hanno bisogno di fiducia e di spazio, non devono essere pedine; qualcuno non deve illudersi o provare a "manovrare". Un partito che a livello nazionale non può affidarsi ad Matteo Richetti o ad una Maria Elena Boschi. MEB pur avendo capacità non sarebbe in grado di coinvolgere ed appassionare. Pur riconoscendo doti politiche non indifferenti, il "camminare sui tacchi a spillo o un bel trucco", nelle strade dissestate delle province più disparate e "buie" non aiuta ad essere ascoltati. La Politica, il PD ha bisogno di chi viene dal passato, un passato vissuto sul campo ma con una buona connessione col mondo giovane. Zingaretti ha un "solo" problema, quello del "tempo da dedicare" alla campagna congressuale, visto il suo oberante impegno quale Presidente del Consiglio regionale del Lazio. C'è bisogno di conoscere il territorio, i rappresentanti, scegliere bene i riferimenti e costruire insieme. Per questo, è un bene che la Primavera (Stagione) sia lontana in modo da lavorare alla Primavera del PD, al risveglio del partito. Tornando al "locale" è da notare l'allontamento di Michele Langastro ed altri dall'area di Umberto Del Basso De Caro. E' molto significatva questa decisione, presa da un uomo, un politico che non le manda a dire, uno che ha fatto politica e la fa politica senza "chinare" il capo a nessuno, senza chiedere, uno che crede prima di tutto nei valori della politica e nel rispetto dei rapporti che si vengono a creare, quindi se, un personaggio che si distingue per originalità ed indipendenza, abbandona un progetto, verrebbe da pensare che quel "progetto" non esite più o non è mai esistito in concreto. L'area "decariana" deve trarre da questo altro "colpo" una lezione per andare avanti ed amalgamarsi nel PD e non sembrare, o essere un corpo estraneo perchè se così fosse, bene sarebbe prendere una strada che conduca verso altri "lidi", ma il "problema" è che non sembrano esserci molti "isolotti"; visto il passato, anche recente, qualche dubbio può venire alla mente di tanti "amici e compagni" di partito. A Cortona è emerso che il PD deve ripartire da Sinistra (non da un'area più vicina al centrodestra, quella dove si è arenato, lo hanno abbandonato gli elettori), dal centrosinistra con il "centro" a sostenere una nuova politica o meglio, un tornare alle radici di un passato "ante dem", un PD che sia riferimento per chi vota a sinistra, centrosinistra.

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