Avellino. Il Congresso regionale del Partito Democratico, quindi quello nazionale (dovrebbe essere questo l'ordine logico dell'espletamento ma con i dem non si sa mai) può avere soltanto in Vincenzo De Luca, Governatore della Regione Campania e Piero De Luca, i riferimenti attraverso i quali ripartire, rifondare il partito caduto nelle "tenebre". Smettere di fare la "guerra" al "duo" è l'unica soluzione per non affondare del tutto e questo devono metterselo bene in testa, piccole "entita" interne, vicine a fasi alterne allo "sceriffo" salernitano e chi è da tre anni (2015, regionali) all'opposizione, interna ma senza costruire nulla in vista dei Congressi e delle Elezioni, prima Europee e poi del 2020. Se De Luca "padre", secondo qualcuno avrà fatto il suo tempo, e questo potrebbe anche essere vero, assolutamente non va dimenticato che c'è il figlio, Piero, Parlamentare (giovane che si sta scrollando di dosso "l'essere figlio di...", quindi la la rappresentanza di una "dinastia", che poi non necessariamente è un male, come dimostrano esempi negli States quali i Kennedy  o i Bush) che ha indubbie qualità oratorie, di attenzione e partecipazione, presenza sul territorio di sua "competenza" e che potrebbe "espandersi" in territori dove il PD è "assente"; Anche in Irpinia? Si, perchè la "faida" interna sembra distogliere qualcuno da altro, ben altro (esempio: Ex Irisbus; Cosa è stato fatto e cosa si pensa oggi? "Paginate" contro il Segretario provinciale Giuseppe Di Gugliemo, quelle a iosa, ma quante parole sulla vertenza che da anni non vede fine positiva? Perchè un'azienda, una nuova azienda vede nel giro di pochissimo tempo cadere, o sembrare sprofondare in quelle stesse condizioni precedenti? La "colpa" la si vuol dare al nuovo Governo in "vigore" da 100 giorni? - che poi questo Esecutivo, Lega-M5S, in generale, viva di annunci sembra essere evidente ma è altra cosa) ed allora la si smetta.  Quale l'alternativa ai De Luca, a loro indicazioni? Nessuna al momento e nel prossimo futuro. Senza il consenso del "duo" nessuno va da nessuna parte. Se dall'Irpinia-Sannio qualcuno "culla il sogno" di assumere la guida del Partito, farebbe bene a svegliarsi; qualcuno dovrebbe dare loro un "pizzicone" svegliandoli dal "sonnambulismo" politico con tutti i "rischi" del caso. Il PD deve ricostruirsi (deve farlo dall'interno) ma se l'esempio è quello della "guerra fratricida" in Irpinia allora i "democratici" (è democratico chi non riconosce l'avversario vincitore nonostante ci sia ricorso/i pendenti in ogni dove, manca solo Strasburgo?) farebbero bene ad alzare bandiera bianca alle prossime competizioni. Non si dimentichi Napoli. Il PD, nella Città Metropolitana è a pezzi più che altrove dove quei voti che ha li "racimola" nei quartieri "ricchi", insomma, la "fine" dei Democratici USA che vincono a Manhattan ma beccano batoste nelle aree "operaie, povere".  Il rinnovamento, è quello che ci vuole. Personalità "giovani e vecchie" quali "sostituti" o in "contrapposizione" ce ne sono? Non ci sembra, se non "pedine". Matteo Renzi, il due volte ex Segretario nazionale, due volte dimessosi (questo la dice lunga), aveva dato l'illusione di apportare freschezza, idee nuove e soprattutto metodi che con la vecchia politica non avessero nulla in comune ed invece cosa è stato fatto? Un bel niente, questo sembra vadano a dimostrare i risultati. "Ringiovanirsi" è una "operazione" che "prende tempo", non è un "lifting" dal chirurgo plastico con un pò di silicone "siringato" qua e là e per questo, ripartire è necessariamente "accontentarsi" di qualche "vecchio", sparso nelle 5 province, con qualche giovane che non chini il capo, che sappia imporsi. Una "manciata" di appartenenti alla nuova generazione la si intravede ma sarà dura in un partito che non guarda avanti bensì a conservare il passato nel presente.

La Riproduzione del materiale pubblicato su Cinque Righe è vietata
Note Legali