Avellino. A fine mese l'elezione del Presidente dell'Ente Provincia. Un voto che coinvolge soltanto le ammministrazioni comunali. Seconda "esperienza presidenziale, trza per il Consiglio" con la "Legge Delrio" che ha eleimnato l'esprimersi dei cittadini, cosa, sembra, non gradita dalla maggioranza dell'opinione pubblica. Dopo Domenico Gambacorta, Sindaco di Ariano Irpino, sullo scranno più alto di "palazzo Caracciolo" siederà uno tra Domenico Biancardi, Sindaco di Avella, indipendente ma sostanzialmente appoggiato dal centrodestra con Forza Italia e Lega in primis oltre a "pezzi", come quello del Consigliere regionale, Enzo Alaia, "sfilatosi" dal centrosinistra e dal Governatore VIncenzo De Luca, una rottura avvenuta, di fatto, qualche settimana fa a seguito dell'elezione del Presidente della Commissione Sanità e l'altro contendente, Michele Vignola, PD, Sindaco di Solofra "uscito fuori" dopo il "solito" contrasto interno ai "dem" con il "passo indietro obbligato" di Stefano Farina, primo cittadino di Teora, candidato lanciato in orbita dall'area di Rosetta D'Amelio e del Segretario PD, Giuseppe di Guglielmo e Beniamino Palmieri, Sindaco di Montemarano, andando oltre le "chiacchiere", proposto dall'area "decariana-Famiglietti" con qualche "deluchiano", e già qui è un bel dire visto i contrasti precedenti con qualcuno che "osava" parlare di "renzino locale" ai tempi della discussione-guerriglia (politicamente parlando) antecendente il Congresso. A quanto ci risulta, Palmieri (vicino a Luigi Famiglietti, ex parlamentare e Sindaco di Frigento) non è mai stato un "decariano" ("pronuncia" all'indomani delle Elezioni Politiche  alla "presentazione" agli amministratori da parte di Umberto Del Basso De Caro, "uscito perchè blindato") ma andando nel loro "bunker" di Monteforte Irpino, ha palesato una "appartenenza" o che tale potrebbe essere interpretata, uno schierarsi che non prefigurava l'unità del PD ed era facile immaginarlo. Palmieri, ottimo SIndaco, è stato sostenuto in passato, "regionali ed amministrative" anche dalla D'Amelio; sapendo quindi dei "contrasti" tra le aree, non avrebbe dovuto "muoversi" in qual modo; Bastava ad esempio, fare una riunione, un incontro, una sua proposta di candidatura, una "illustrazione" in un "luogo terzo" e non certo quel "catino" ove i "decariani" si ritrovano da circa due anni. Alle volte la "immagine è sostanza". Palmieri, avrebbe dovuto fare in modo da essere la "terza via" ottenendo maggiori consensi rispetto ad un, Vignola, uno che, oltre le parole, non sta bene alla maggioranza del PD ma visto le "Intimazioni romane e le paure locali" altro non poteva essere e così il centrosinistra, già inesistente, lo è ancora di più. Di Guglielmo sta guidando il partito con onore, con proposte, con diligenza ma purtroppo per lui, si trova davanti chi ancora continua battaglie che "sanno" di "risiko", però a questo punto, basta rendersi conto che è solo un "gioco" ed andare avanti senza paura di chi ha pochi numeri (quanti assommano, De Luca, De Caro, Famiglietti? Piccola cifra numerica e lo dicono diversi esponenti di area). Palmieri, ha i "numeri" per poter ambire a ruoli importanti ma almeno un paio di volte (Segreteria e Provinciali) sembrerebbe essere stato una "pedina" perchè l'altra parte cedesse ma così il partito non "guadagna". Palmieri, da uomo di partito, quale dichiara di essere, deve, secondo più analisi politiche, svestire maglie che gli vengono cucite addosso, anche perchè gliele sfilano. 

Le "squadre": 

Due liste con Vignola: Lista PD: Salvatore Antonacci; Tommaso Buonfiglio; Michelino Caso; Filomena Catalano; Vito Farese; Sebastiano Gaeta; Gerardo Galdo; Paola Guarino; Antonella Meninno; Caterina Lengua; Rosa Anna Maria Repole;  Nicolino Santoro.

I centristi demitiani con “L’Italia è Popolare”: Maria Antonietta Belli; Luigi D’Angelis; Evelin De Cristofaro; Carmine De Fazio; Michela Di Capua; Fracesco Filodemo; Marco Grossi; Teresa Infante; Angela Masucci; Vincenzo Napolitano; Vito Pelosi; Ciriaco Cerundolo.

Tre liste con Biancardi: “Moderati per l’Irpinia” (Leggi Forza Italia): Franco Di Cecilia; Girolamo Giaquinto; Generosa Clemente; Francesco Gerardo Di Prenda; Antonio Festevole; Antonio Gialanella; Francesco Lo Conte; Fiorita Lombardi; Lorenzo Maietta; Lidia Troisi; Angelina Vara.

“Prima gli irpini”, di ispirazione leghista, Matteo Salvini, vicepremier e Ministro dell’Interno: Matilde Chirichiello; Manuela Roberta Bocchino; Domenica Giuliani; Palmiera Petretta; Americo D’Onofrio; Damiano Genovese; Giuseppe De Cillis; Vincenzo Iuliano; Giuseppe Graziano; Vincenzo Schiavone; Antonio Roccia.

“Proposta Civica per l’Irpinia” con il duo Alaia-D’Agostino, quelli che presentarono le liste alle regionali, quali, Centro Democratico e Scelta Civica (poi cambiamenti vari da perdersi nelle appartenenze con Alaia, del quale abbiamo detto in precedenza e con un Angelo Antonio D’Agostino che sembrava un PD nel “sentirsi” ma mai iscritto nonostante più volte questo veniva dichiarato o lasciato intendere (adesione al partito, al gruppo parlamentare ma mai avvenuta nonostante la candidatura nell’area in una lista, “Insieme” di appoggio al PD ma che avrebbe dovuto, nelle intenzioni, essere tra i dem, questo, recita la “storia” ed oggi è altro): Fiorella Caputo; Noemi Cresta; Giovanni Giordano (Giandonato); Paqsualino Giuditta; Luigi Lanzetta; Rosaria Leone; Michele Lucia Maffeo; Antonio Mercogliano; Fausto Picone; Giovanni Romano; Marino Sarno; Milena Severino.

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