Le Regionali del 2020, in Campania, rappresenteranno l'ultimo banco di prova del PD, questo però, se "sopravviverà", alle Europee della Primavera 2019. Il "passaggio elettorale intermedio, compreso le Amministrative" con il Congresso nazionale previsto a Marzo (oggi, Sabato 17 a Roma, l'Assemblea nazionale con cinque irpini, tra i quali Rosetta D'Amelio, Enzo De Luca, Sebastiano Gaeta, Chiara Maffei, Francesco Iovino) e Regionale che da logica dovrebbe tenersi in precedenza, paleseranno se il Partito Democratico ha "attività cerebrale".  I "dem" dovranno confrontarsi al loro interno per capire chi sono e dove vogliono andare. Al momento, sembra che la "quota renziana" abbia ancora un forte peso, un ascendente non indifferente nelle "stanze dei bottoni", che potrebbe in un qualche modo determinare la linea del partito che non sembrerebbe discostarsi molto da quella "fallimentare" che ha portato il partito a percentuali scarne (dal 41% delle Europpe del 2014 al 17 delle Politiche dello scorso Marzo). Renziani col "paravento" dell'ex Ministro dell'Interno Marco Minniti, un dalemiano di ferro, ora passato su altra sponda (Massimo D'Alema ha lasciato i dem). "Paravento" inteso quale linea politica che ha molto, dal Viminale, bloccato l'Immigrazione o comunque apportato regole ferre sulle Organizzazioni Non Governative relative al "salvataggio" dei migranti, precedendo di fatto la linea molto dura di Matteo Salvini, il leghista in forte ascesa nel centrodestra e con "OPA" lanciata in Campania. Si cercherebbe così di "strizzare" l'occhio ad una fetta di centrodestra. Bisognerà vedere quanto "forte" sarà la parte più a sinistra, quella che dovrebbe essere rappresentata dal Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Se il PD, un pezzo di partito, dovesse avere nelle intenzioni, quelle di "scimmiottare" la destra, allora è già perdente. Il PD deve trovare un politica nuova che vada ad essere il giusto mix tra una sinistra radicale e un "centrismo" di ispirazione cattolica arrivando in questo modo a quella "laicità" della Politica che deve essere la base per il buon agire, senza dimenticare, però, che l'italia è il Paese del Vaticano e dove oggettivamente, certi diritti (di sinistra) sono già molto garantiti senza andare oltre, in buona sostanza, certe battaglie di nicchia fanno perdere una "caterva" di voti in confuse altre aree. Il centrodestra con la Lega in particolare ed il Movimento 5 Stelle sono allo stato odierno dei "colossi" rispetto al "piccolo" PD. Dei 5 Stelle, però, bisognerà vedere come reagiranno al "colpo" che loro sta infliggendo il "milanese in verde" predominante nellazione del Governo nazionale, anche a seguito di quando ed in che modo verrà attuato il Reddito di Cittadinanza, "bandiera" pentastellata soprattutto al Sud. Eventuali "scherzi" leghisti prima del 2020 o nel corso dei prossimi mesi, potrebero incidere molto sulla credibilità del Movimento, che "frazionato" all'interno fra l'ala di Roberto Fico, Presidente della Camera, tendente a Sinistra e quella di Luigi Di Maio (uno napoletano, l'altro avellinese), un pò meno, diciamo così, potrebbe avere delle difficoltà soprattutto continuando nella linea di non "affiancarsi" ad alcuno. Il PD deve ripartire in queste settimane, solo e soltanto da Vincenzo De Luca e soprattutto dal figlio, parlamentare Piero il quale sta dimostrando una "gran classe", una "eleganza" che sembra affascinare un pò tutte le "età" con una "alta capacità"; ha il "piglio" del leader, ha "talento". Quanto all'Irpinia, inutile lambiccarsi il cervello, taluni evitino questo sforzo; è e sarà la Rosetta D'Amelio, Presidente del Consiglio regionale il punto di forza di questo partito (piccolo o grande, questo PD avrà nella lionese l'azionista di maggioranza). Da lei, la "ripartenza", il tentarla. Analizzando sommariamente quanto accaduto alle Politiche del 4 Marzo ma anche alle comunali di Avellino ed alle recentissime Provinciali, la D'Amelio sembrerebbe aver ricevuto qualche "piccolo-grande torto" dal Governatore in favore dei "demitiani" dai quali la D'Amelio comunque non può dirsi distante ma in una logica di alleanza. Il Presidente della Giunta regionale della Campania, dovrà guardare un pò meglio quanto accade in Irpinia, cominciando a capire che certi "potentati" (più di un'area del centrosinistra o che tale si dichiara ma poi...) non sono più "potenti" e quindi, da questi non potrà e dovrà più farsi "Influenzare". Tenerli soltanto buoni perchè la "percentualina" di voti, in una eventuale "corsa tirata" farebbe comodo ma "patti" dell'ultima ora sarebbe bene evitarli. La D'Amelio, a quanto ci è stato riferito, qualche mese fa, non avrebbe intenzione di correre alle Europee (ed onestamente farebbe bene; meglio non lasciare la Campania a troppi inesperti della politica o poco "ferrei" nello stare in uno "steccato", nel senso di area politica, con costanza e propulsione di idee) per questo, ancor di più, si impegnerà nel costruire il Partito e se Regionali saranno (Politiche da escludere almeno si alle Euopee) allora il Governatore dovrà "pagare il conto" il "dazio" alla D'Amelio visto qualche "sgarbuccio", appunto, fatto ad insaputa della stessa (dalle Politche, la D'Amelio è stata depennata due giorni prima della presentazione delle liste, con una "penna trovata in una torta"). Questa "Legislatura" a "palazzo Santa Lucia" è stata condizionata dalla "spada di Damocle" della "Legge Severino" (sospensione relativa a determinate condanne o procedimenti) dalla quale ci si è tirati fuori. La prossima non dovrà avere queste "pendenza". Dicevamo. La D'Amelio, la quale ha un bagaglio di preferenze che non potrà essere messo sulla stessa bilancia con quello di altri, sia all'interno del partito che nell'alveo del centrosinistra, dovrà essere sostenuta nella rifondazione del PD e dovrà esserlo da Salerno quindi, certi accomodamenti con altre aree del partito si potrebbero avere, ma non "miscugli" dove si perdono delle identità. Battaglie interne passate non si potranno mettere a tacere con un semplice "lo facciamo per la causa", perchè tutti sanno che per certe "diversità" non ci sono "cause che tengano", che "accomodino", vecchi "rancori politici" coveranno sotto la cenere e divamperanno. Ci sono già aree in avvicinamento alla D'Amelio ma lontane, non lo erano prima. Qualche "abbaglio" capita a tutti ma poi tornano dalla "leonessa". Qualche altro, dopo essere stato nuovamente isolato, sembra voler cercare "stradine" di avvicinamente al "centro" dameliano ma il "selciato" è impervio soprattutto perchè a renderlo tale sono gli stessi che ora vorrebbero percorrerlo. La D'Amelio potrebbe anche "ospitare" qualcuno ma il Governatore questa volta non potrà esimersi dagli "obblighi" verso la D'Amelio, sia nel partito che in eventuali candidature.

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