“La Campania che vogliamo, costruiamola insieme”. I cittadini, rappresentanti di tanti mondi, imprenditori, operai, professionisti, volontari, persone in difficoltà hanno condiviso con noi la loro visione, le loro preoccupazioni e paure. I rappresentanti della politica e gli eletti, dalla platea, hanno potuto ascoltare le idee di tanti amici che hanno condiviso le loro storie. Un “meeting rovesciato” di successo". Le parole di Mara Carfagna, Parlamentare di Forza Italia nonchè Consigliere comunale di Napoli. La salernitana viene data, in questi ultimi giorni, in ascesa verso la candidatura per il centrodestra alle elezioni Regionali del 2020. Certo, la Carfagna ha dimostrato negli anni, pur essendo giovane, grandi capacità di visione politica, ed inoltre è pragamatica e conosce la realtà territoriale; ha "piglio ed appeal", potrebbe essere un "petalo" da sfogliare nella "rosa" dei candidati, eh sì, i candidati, perchè ne usciranno "a non finire". L'alleanza è quella di centrodestra, quindi con la Lega che a livello nazionale sta "dominando" Forza Italia, quindi il Partito di Matteo Salvini, vicepremer nel Governo assieme al Movimento 5 Stelle e Ministro dell'Interno che per il "peso" che va acquisendo ed una crescita "sostanziosa" anche da queste parti potrebbe fare la "voce grossa" ma al momento candidati che possono "far presa" sull'elettorato non se ne vedono. Basta il "traino" di Salvini? Al momento non sembra fortemente ipotizzabile anche perchè, la Lega è vista come "l'anti-Sud" e questo nonostante gli sforzi per andare oltre quella "cronica ostilità"; ci sono delle "uscite" del tipo "il reddito di cittadinanza piace alla gente che non ci piace" - sembra il richiamo ad uno slogan di qualche tempo fa - che non aiutano ad "attecchire solidamente"  anche se volendo ben riflettere, non sono parole del tutto sbagliate, irrealistiche ma essendo la "provenienza", quella di un partito che sembra ancora (?) non amere particolarmente i meridionali, o almeno la storia così recita (Lega o Lega Nord cambia nulla) immaginare un leghista a Palazzo "Santa Lucia" non è poi così facile nella stessa coalizione. I napoletani non "dimenticano" e per questo, almeno al momento, cominciare a "lavorare" su nomi "appetibili" al "palato partenopeo" è quanto deve fare il centrodestra. Stefano Caldoro, nella sua esperienza di Governatore ha lasciato buoni ricordi ed è un nome che potrebbe tornare utile e far comodo in quanto la politica ha bisogno di "pacatezza e preparazione" da sottoporre all'elettorato ed uscire da uno "stile politico", quello degli "urlatori" che non fa per niente bene. Quanto al Movimento 5 Stelle, la possibilitò di riproporre la Valeria Ciarambino, sconfitta con onore nel 2015, potrebbe essere una opzione ma da quanto si è visto, nella pur breve storia, il Movimento non sembra molto aperto a ricandidare, almeno ai vertici, chi lo è già stato ma in questo caso sarebbe bene una valutazione approfondita e diversa in quanto la Ciarambino sta acquisendo esperienza politico-amministratva, quella che manca ai pentastellati ed "offrire" all'elettorato non solo parole e programmi ma anche una "dote" di conoscenza "know-how" che è indispensabile per amministrare un "pachiderma come la Regione Campania. Quanto al centrosinistra, quel pò che nè resta, quindi meglio parlare di solo PD con "cespugli", sembra scontata la ricandidatura di Vincenzo De Luca anche perchè sembrebbe acquisire, la sfida, pur nel rispetto delle Istituzioni, un carattere personale. Se De Luca non si ripresentasse verrebbe vista, la scelta, come l'ammissione di una eventuale "mancata rivoluzione" e lo stesso se non lo ricandidasse il Partito e qui un altro interrogativo; Esiste, esisterebbe il PD senza i De Luca, senior e junior (il figlio parlamentare, Piero)? Il Congresso "dem", a Marzo, dirà quale linea e strategia intraprendere ma soprattutto, le Europee di Primavera diranno quanto valore avranno i partiti, Forza Italia, Lega, PD, Fratelli d'Italia e la Sinistra (quale? Ci sono e chi sono a sinistra del PD?). E' risaputo che l'alleanza in Parlamento, Lega-M5S è soltanto, un "patto" per il Governo nazionale ma le strade sono già tracciate in maniera distinta e ben separata e nello stesso M5S le "anime", almeno due sono, "confliggenti" nello "spirito", l'ala più a Sinistra del presidente della Camera Roberto Fico e quella più "destrorsa" di Luigi Di Maio, vicepremier e Ministro per il Lavolo, Sviluppo Economico e Politiche Sociali e soprattutto Alessandro Di Battista, fuori dalle Istituzioni ma che sembra "contare" all'interno del Movimento. Siamo a 18 mesi dalle Elezioni Regionali e quindi, anche se le manovre, come sempre iniziano molto in anticipo, è anche vero che molti nomi vengono fatti per "bruciarli" ed in più e soprattutto, in questo "caso", il quadro alquanto ingarbugliato che domina il panorama politico rende inattendibile qualsiasi voce. Aspettare la Primavera 2019 con le Elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo per avere qualche "argomento" in più è quanto da fare. Si può però già dire che il PD non prenderà il 41%, qualcuno "teme o spera" il 14.

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