E' il 22 Dicembre del 1947 quando la Costituzione italiana viene approvata dall’Assemblea Costituente  (Presidente, il comunista PCI, Umberto Terracini, dall'8 Febbraio 1947 al 31 Gennaio 1948. Prima di lui, Giuseppe Saragati, dal 25 Giugno 1946 al 6 Febbraio 1947) e pubblicata il 27 in Gazzetta Ufficiale. . Riportiamo i Principi Fondamentali con alcune nostre analisi, nostri interrogativi ed inviti alla riflessione. Una Costituzione, che tutti definiscono "bella" ma non è mica un "quadro"? La Costituzione va aggiornata, ammodernata, resa rispondente al tempo che cambia, alle nuove esigenze di un popolo. La Costituzione non deve essere "bella" ma "efficace". Modificarla per dare "agilità" alla "costruzione" delle Leggi, alla loro applicazione, alla tutela dei Cittadini; questo certamente ma "modifiche" che vanno ad indebolire l'assetto democratico della Repubblica, no. Pesi e contappresi: Esempio: Senato e Camera ridotti a massimo 550 membri, elezione delle stesse ogni 4 anni ma a cadenza alternata come negli USA in modo da trovarsi poi, il Presidente (Capo dello Stato, preferirei) eletto direttamente dal Popolo ma in carica solo 4 anni. Il Capo dello Stato con ampi poteri controllato dalle Camere, appunto. "Compromessi" come in Francia ove c'è l'elezione del Presidente della Repubblica ma con un Capo del Governo "nominato" dallo stesso che non conta nulla o quasi, non è un modello da seguire.

L'Articolo numero 1 recita:  "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".

2) La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

3) Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

4) La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. (Lo Stato deve creare lavoro e non "assistenza", come la cronaca politica recita per il passato e per il presente. Lo Stato deve agire da "genitore" ed accompagnare i "figli" al lavoro, creandolo e non "campandoli" vita-natural-durante. Bisogna garantire la Dignità di tutti con il lavoro e per chi non c'è la fa (soprattutto non per sue colpe) deve essere garantito un "paracadute sociale" che lo sorregga e non altro. Basta alla politica che "costringe" alle genuflessioni ma anche alla moltitudine che "spera di essere assistito"). Questo lo "accorpiamo" con il numero 8 proprio ad evidenziare quanto abbiamo evidenziato: 8) Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge [cfr. artt. 19, 20]. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

5) La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento [cfr. art. 114 e segg., IX]. (Questo articolo deve ricordare un pò a tutti, anche irpini, giovani e vecchi, soprattutto a qualche vecchio, che la Padania non esiste).

6) La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche [cfr. X].

7) Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale [cfr. art. 138].(Questo vuol dire che, viviamo in uno stato che nel legiferare deve essere "laico" ma anche, di fatto, che lo Religione "riconosciuta" (perdonerete, da lettori intelligenti, la "provocazione" che è anche un "ricordare") è quella Cattolica. Il Crocifisso deve restare nelle aule a scuola come in tutti gli Uffici Pubblici, nelle Istituzioni. A chi non sta bene, può tornare a casa propria; - perdonerete, da lettori intelligenti, le "provocazioni" che è anche un "ricordare" - ).

8) (Col 4).

9) La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica [cfr. artt. 33, 34]. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. (Non c'è molto da dire se non che il "controllo" non deve esserci, neanche, sulla "divulgazione").

10) L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla Legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla Legge.Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici [cfr. art. 26]. (Su questo, "personalmente", guarderei, non oltre il "Diritto Romano quale "radice", ma anche alla Common Law di matrice anglosassone ove si tiene conto del Precedente che fa Giurisprudenza e non solo dei Codici. Per qualche aspetto si cerca di farlo, in Italia, ma la "variabilità" è troppa. Troppo marcata è l'interpretazione di ciascun "interprete", già di Codici, articoli, commi, figurarsi di nuovi fatti. La stessa Corte di Cassazione (che di fatto non entra nel merito dei procedimenti, andrebbe profondamente "rivisitata e rivista") potrebbe essere presa quale esempio nelle proprie Senternze, da portare al corrobarere le proprie tesi in un Processo, ma questo non è fare Legge. La Riforma seria e vera della Giustizia è probabilmente l'unica da apportare e sarebbe ora, questo sia nella "ristrutturazione" dei Pilastri (Codice Civile e Penale), nei tempi, nelle responsabilità dei Magistrati Inquirenti e Giudicanti).

11) L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. (Questo Articolo è alquanto "contraddittorio" almeno nell'attuazione, relativamente alle guerre, ai conflitti, dove l'Italia ha "partecipato"; Guerra del Golfo (in azione Bombardieri italiano, uno subito abattuto), Kosovo (ex Jugoslavia), Afghanistan, lo ha fatto sempre sotto reale egida dell'ONU, quindi quale azione di Peace Keeping (mantenere la Pace)? Durante  una guerra si "mantiene la pace"?).

12. La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

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