Innanzitutto complimenti e auguri. Abbiamo notato la tua assenza alla cerimonia di consegna, come mai?

Grazie, purtroppo improrogabili impegni mi hanno costretto fuori regione, impedendomi così di essere presente alla cerimonia. Ho scritto quindi al Prefetto che, con grande generosità, mi ha concesso di delegare mio padre.

Data la forzata assenza, il Sindaco Giuditta ha detto al Prefetto che avrebbe provveduto a “festeggiare” in Comune l’onorificenza; che ne pensi?

Intanto sono lusingato che abbia accettato l’invito del Prefetto e abbia condiviso questo momento per me importante; impegnato com’è, la cosa non era scontata. Sicuramente mi hanno fatto piacere le sue parole e aspetterò volentieri il suo invito.

Credi che questo suo invito sia dovuto alla tua militanza nelle sue file nelle passate amministrazioni? Che ricordo hai di ciò e di lui?

Non penso. Oltre al rapporto personale che abbiamo costruito in quegli anni, credo che lui tenga a qualsiasi notizia faccia riecheggiare il nome di Summonte. Del mio periodo di amministratore conservo un gran bel ricordo, caratterizzato da un desiderio di agire nel sociale saziato dai risultati ottenuti. Lui, si sa, è un treno in corsa; spesso per non essere relegato a semplice passeggero, ho dovuto azionare il freno di emergenza; forse anche per questo ci rispettiamo.

Parli di questo con strabordante nostalgia; è un preludio ad un tuo ritorno in politica?

No, assolutamente. Quello dell’amministratore è un impegno forte, troppo oneroso per essere conciliato con il lavoro e la famiglia; per onorarlo ho dovuto sottrarre a quest’ultima troppo tempo. Semmai potrei ripropormi una volta collocato in congedo.

Cosa significa, per te, questa onorificenza?

Sinceramente non vivo per i riconoscimenti ma questo mi ha riempito di gioia ed orgoglio, perché ha una valenza speciale per chi, come me, ha sempre vissuto nell’assoluto rispetto delle istituzioni, credendo fermamente in esse. Inoltre il titolo non dice solo quello che si è, ma soprattutto quello che non si è. Consiglio a chi non conoscesse il "signifitcao"; il valore del Riconoscimento di fare una ricerca; E' fondamentalmente rispetto per le istituzioni, come dicevo, quindi per i Cittadini.

Ricevere questa Onorificenza è l'attestazione di qualità della persona oltre che del Servitore dello Stato...

Behm sì ma lo dico con molta modestia proprio per qualto dicevo poc'anzi. L’iter per l’assegnazione dell’onorificenza, infatti, prevede uno screening capillare sulla persona: ti passano al setaccio. In pratica, se hai scheletri nell’armadio, non vieni insignito.

Cosa cambia per te?

Assolutamente niente; semmai questo rappresenta uno stimolo in più per il prosieguo.

In conclusione, ci sono dediche o ringraziamenti?

Beh, ovviamente; non vorrei rievocare la famosa “Anna di Soccavo”, ma è un’occasione ghiotta e non me la faccio scappare. Innanzitutto una dedica particolare va a coloro i quali questo momento non possono condividerlo con me in maniera convenzionale, ma che sicuramente avranno trovato un modo per poterne gioire. Il mio pensiero va soprattutto a mia madre, il mio compare Salvatore e il mio amico Rino (NDR: rivolgiamo un "pensiero" anche noi a meravigliose persone). Tornando invece alle “questioni” terrene le dediche assumono, anche e soprattutto, una funzione di ringraziamento. Ovviamente penso alla mia famiglia, che mi ha permesso, senza farmelo pesare, di dedicarmi al mio lavoro spesso con lunghi periodi di assenza da casa. Penso a mio padre che, oltre per la questione genetica, dai miei primi passi ha saputo insegnarmi il rispetto per il prossimo, rispetto che con più lunga prospettiva vuol dire rispetto delle Istituzioni appunto. Trentadue anni di lavoro vogliono poi dire che la tua formazione la devi anche ad un’altra grande famiglia: l’Arma Azzurra, una fucina di esperienze, una fonte inesauribile di emozioni e soddisfazioni, un laboratorio di vita. Tutti i colleghi andrebbero ringraziati uno per uno, ma non potrei mettere i loro nomi uno dietro l’altro, così prendo licenza di menzionarne uno per tutti: Michele. Infine, dedico questa onorificenza a chi, vedendo la mia gioia nel riceverla, è contento per me.

Capolupo con le "parole" sull'impegno politico-amministrativo dimostra che bisogna avere personalità e conoscenza del territorio per portare avanti un programma. Un concetto universale. Bisogna imporsi con la forza delle idee e del "carattere" soprattutto quando manca il confronto; questo è "tirare il freno a mano". Le "immaginette" a corredo dei luoghi della politica (intesa quale massima espressione dell'impegno sociale) non servono a nullase non a "glorificare" la "icona" che spesso è "autoreferenziale". L'Amico Fabio è un Servitore dello Stato quindi del Popolo; la Politica è questo, "Servire i Cittadini". Siamo sicuri che tutti lo fanno, hanno intenzione di farlo, ripetiamo, in generale, ma a contare sono i risultati.

Nella PDF a seguire, il momento della aonsegna della Onoridicenza al papà di Fabio:

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