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Napoli; IPE Polo di alta formazione è cerniera tra Università ed imprese
26 GENNAIO 2019 - Ore 17:15

Napoli. “Il nostro obiettivo? Rendere strategica, per l’IPE, la funzione di collegamento tra il mondo delle università e quello delle imprese. Un ruolo di cerniera che l’Istituto già svolge da oltre una decina di anni, ma che verrà consolidandosi a partire dall’anno prossimo quando decollerà il progetto del grande polo di alta formazione nel cuore di Napoli”. Raffaele Calabrò, presidente dell’IPE (Istituto per ricerche ed attività educative), apre il nuovo anno accademico della Business School illustrando obiettivi, primi risultati e iniziative del progetto che prevede, entro il 2020, la radicale trasformazione del Collegio di Monterone a via Crispi in una moderna struttura che si svilupperà su circa 5 mila metri quadrati (oltre 2 mila dei quali appena ristrutturati). La nuova sede IPE consentirà di formare 500 allievi (laureandi e neolaureati) l’anno, invece dei 130 attuali, per i quali saranno attrezzate 15 tra aule studio e biblioteche, 10 aule didattiche e ospitare nel College 50 studenti fuorisede e docenti in visiting.

L’occasione è il convegno “Cultura, imprenditorialità, tecnologia: la sorprendente energia di Napoli” che si è tenuto oggi, presso la sede di via Pontano, con la partecipazione di Raffaele Calabrò, presidente dell’IPE, Carlo Santini, direttore scientifico IPE Business School, Antonio Ricciardi, segretario generale IPE e gli interventi di Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Domenico Lanzo, presidente e Ceo NetCom group, Giovanni Lombardi, presidente e fondatore del gruppo Tecno e di Giorgio Ventre, direttore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell'Informazione dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

IPE 2020, spiega Calabrò, “non è soltanto il progetto che consentirà all’Istituto di ampliare di cinque volte la platea dei suoi utenti e interlocutori. Rappresenta soprattutto uno snodo cruciale per la stessa vita economica della città che è tutt’altro che spenta. Ha bisogno solo di trovare un centro, un punto di raccordo in cui incanalare le energie umane, professionali, imprenditoriali che corrono il rischio di essere disperse”. E l’IPE si candida a collaborare in questo ruolo.

Napoli vive - secondo Calabrò - una stagione di “sorprendente energia”, come recita il titolo scelto, non a caso, per l’incontro di oggi. Un’energia che non è soltanto “nell’aria che si respira la mattina quando io scendo da casa…”, ma in un fermento di iniziative che stanno, appunto, a metà strada tra impresa, università, formazione e cultura. Anche andare all’estero, assicura Calabrò, “non è più di moda. Molti giovani non vedono l’ora di tornare. E del resto, alcune capitali europee non rappresentano più una prospettiva allettante dal punto di vista professionale. Meglio, allora, tentare di farsi strada a Napoli e nella Campania”.

Lo spazio c’è, a giudicare dalle statistiche IPE in materia di placement. “Tanti ne formiamo, tanti se ne assumono: e oltre la metà nella nostra regione”, dice, dati alla mano, Calabrò. Ed ecco, dunque, il progetto, ambizioso, di rendere sempre più organico il network IPE-Università-imprese: per far sì “che un modello fin qui collaudato con successo possa espandersi a vantaggio dei nostri giovani”.

Un concetto, quello di network, che per Antonio Ricciardi, segretario generale dell’IPE e direttore scientifico dei Master, costituisce la ragione sociale stessa dell’Istituto. Che mette insieme imprese, musei, università, centri di ricerca. “Un paziente lavoro di aggregazione – dice Ricciardi – che non è stato fine a se stesso e che oggi può contare su un network di 280 soggetti leader di mercato, tra banche e società di consulenza strategica, 15 Università in rete tra italiane e straniere, 80 docenti, 1.400 professionisti ex allievi IPE e 65 Business partner per l’erogazione di borse di studio a sostegno dei programmi Master. A noi non interessa propagandare il mero risultato quantitativo della nostra opera, fare i primi della classe. Ci preme mandare un messaggio alla città, indicare una prospettiva. Dire: guardate che da soli non si va da nessuna parte. Se c’è rete, se c’è network, se c’è collaborazione, l’occupazione arriva”. “A Napoli si può lavorare bene e si può trovare lavoro qualificato – continua Ricciardi –: è questo il messaggio dirompente che arriva dalla nostra esperienza. Per trovare un lavoro adeguato alle proprie competenze e alle proprie aspirazioni non è più obbligatorio iscriversi alle Università del nord o addirittura all’estero. Qualcosa sta cambiando. Le nostre Università offrono corsi di studi di alto livello, in particolare alcune facoltà rappresentano l’eccellenza a livello nazionale, e alcune aziende campane stanno crescendo e hanno bisogno di giovani con alti requisiti. I giovani napoletani lo stanno percependo; alcune iniziative di prestigio promosse in particolare dalla Federico II, che attraggono studenti stranieri, li stanno stimolando a rimanere. I nostri ex allievi che lavorano fuori ci contattano continuamente: dateci opportunità e torniamo. E a Napoli, vedrete, sta per arrivare il tempo delle opportunità”.

Questo tempo, a sentire il direttore dell’IPE, Lorenzo Burdo, è già arrivato. “Fino a oggi abbiamo diplomato 1.400 ragazzi. Ebbene, tutti lavorano, 700, dunque la metà, in Campania. Un dato straordinario. Vuol dire che il nostro territorio ha un tessuto industriale capace di assorbire molti più giovani di quanto si creda. E ormai, tra le imprese, abbiamo clienti affezionati: sanno che qua dentro possono trovare un patrimonio umano di alto livello. Tant’è che quando hanno bisogno di personale specializzato chiedono prima a noi”. “Abbiamo lo stesso risultato (100 per cento di placement) di altri master che costano otto, dieci volte i nostri – conclude Burdo -. E perché lo possiamo fare? Perché le imprese ci sostengono, per esempio attraverso le borse di studio. E noi diamo loro in cambio risorse umane qualificate”.

Per il nuovo anno accademico sono 130 i giovani studenti destinatari dei Master della Business School: i tre più tradizionali - Finanza Avanzata (XVII edizione), Bilancio (XIII edizione) e Shipping&Logistica (XI edizione) che confermano il trend di placement del 100% entro i sei mesi dalla fine dell’aula - e i due percorsi avviati nel corso del 2018, il Master in HR&Social Recruiting, giunto alla seconda edizione e rivolto a laureandi e laureati in tutte le discipline, con oltre l’82% di placement a due mesi dal diploma, e il Master in Marketing, Digital, Retail&Sales.

I cinque Master dell’IPE, socio ASFOR - Associazione Italiana per la Formazione Manageriale, formano figure professionali esperte in Controllo di gestione, Asset management, Controllo dei rischi, Valutazione d’azienda, Rapporto banche impresa, Corporate finance, Private equity, Revisione contabile, Auditing, Risk management, Shipping, Logistica, Internazionalizzazione delle imprese, Marketing e Risorse umane. Tutti i Master IPE si basano sull’alternanza di lezioni frontali ed esercitazioni, testimonianze aziendali dal mondo del management, della finanza e dell'economia, case history, business game, visite aziendali, attività "fuori aula" e project work.

 

Una metodologia sul campo che, in oltre quaranta edizioni e quindici anni di attività con la Business School, continua a restituire dati eccellenti in termini di specializzazione professionale, diversificazione settoriale e spendibilità, oltre che di occupazione. Accesso al mondo del lavoro - attraverso formazione di qualità, borse di studio e promozione di esperienze di vita studentesca coinvolgente, partecipativa, qualificante e incentrata sui valori dell’etica del lavoro e della dignità della persona - stretta collaborazione tra Università, Imprese e Istituzioni e forte legame con il territorio rappresentano gli elementi fondanti dell’IPE che accoglie e rilancia le spinte e le sfide legate allo sviluppo culturale e produttivo ed alla formazione della classe dirigente.

 

L’inaugurazione del nuovo anno accademico è stata anche l’occasione per annunciare l'apertura, dopo solo un anno dall’avvio del progetto, del nuovo Collegio Monterone: sono stati completati i lavori nei 2.500 metri quadrati della struttura di via Pontano che accoglierà gli studenti fuori sede e le iniziative dell’Accademia IPE: corsi, incontri con le imprese, winter e summer school, orientamento accademico e al lavoro. Tra un anno, il completamento del progetto con la nuova sede dell’IPE in Via Crispi a Napoli che includerà la Business School, il College residenziale per studenti e docenti fuori sede e l'Accademia.

 

Novità in vista, infine, anche sul fronte delle attività formative, che si allargano a quattro nuove aree: Fintech e Blockchain, Giuristi d'impresa, Imprenditorialità e Nuove tecniche di gestione delle Risorse Umane.

 

PLACEMENT: I DATI DELLA BUSINESS SCHOOL IPE

 

  • Ecco i primi dati sul placement dei corsi tradizionali e dei nuovi master partiti nel 2018: a sei mesi dalla conclusione per il Master in Finanza Avanzata, Metodi Quantitativi e Risk Management è stato raggiunto il 100% di occupazione (38 assunti su 38 allievi), per quello in Bilancio, Revisione Contabile e Controllo di Gestione il 96,7% (29 assunti su 30), per il Master in Shipping, Logistica e International Management l’80% (20 assunti su 25). Per il nuovo Master in HR e Social Recruiting avviato lo scorso anno e da poco concluso: l’82,6% di placement, a soli due mesi dalla conclusione dell’aula, con 19 allievi assunti sui 23 che hanno frequentato il corso. 
  • Il 41% dei neoassunti è impiegato in banche e intermediari, il 43% nella consulenza, il 9% nell’industria e l’8% in Università e Pubbliche Amministrazioni.
  • Il 79,9% ha un contratto a tempo indeterminato, il 22,9% è manager, il 58,9% lavora in una grande azienda.
  • La maggior parte degli ex studenti IPE è riuscita a trovare lavoro a Napoli: ben il 38% del totale degli studenti, secondo un'indagine realizzata dall'Ufficio Studi dell'IPE su 494 Alumni che hanno risposto al questionario online tra giugno e luglio 2017, vive nel capoluogo campano; il 25% a Milano, il 21% a Roma, il 13% in altre città italiane. Solo il 3% si è trasferito all'estero, con la Gran Bretagna in testa alle mete preferite. 
  • Tra le imprese che hanno dato un'opportunità di lavoro agli studenti IPE (che oggi conta su un network di 65 Business partner) ci sono multinazionali del calibro di PWC, Deloitte, Bulgari, Huawei, Ikea, Ing Direct, Leroy Merlin, Nestlè, Accenture, Prysmian, Grimaldi e aziende nazionali come Fincantieri, Intesa SanPaolo, Credem, Tecno, Banca del Sud, Sace, Ubi Banca, Coelmo.
 



Comunicato - Napoli - 26 GENNAIO 2019 - Ore 17:15






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