Avellino. Il Partito Democratico provinciale da tre settimane non ha i vertici perchè "defenestrati" da una Sentenza del Tribunale di Avellino con la quale il Giudice ha accolto il ricorso presentato da Michelangelo Ciarcia contro il Congresso dell'Aprile dello scorso anno che portò all'elezione di Giuseppe Di Guglielmo. Uno strano silenzio aleggia dalle parti di Via Tagliamento, sede della Segreteria ma anche dai vertici regionali e nazionali relativamente alla nomina del Commissario. Teoricamente, sostanzialmente, dall'investitura, entro un anno si dovrebbe arrivare al Congresso. Perchè si è aspettato tanto? Si, perchè il tempo, quello passato, è già molto, visto che si tratta di un partito, in crisi, in Irpinia ma anche in Campania, nonostante qualcuno tenti di dire il contrario mentre quel minimo di ripresa mostrato all'Europee di Maggio, a livello nazionale, è forse frutto della esposizione mediatica nella campagna congressuale che ha portato all'elezione a Segretario nazionale di Nicola Zingaretti. Cosa si sta aspettando? Il Segretario regionale Pantaleone Annunziata, di estrazione Governatore Regione Campania, Vincenzo De Luca, eletto, anch'egli a Marzo come il "collega" nazionale, ma su sponde diverse - è martiniano - Maurizio Martina, ex Segretario reggente ed ex Ministro -  come il Presidente della Giunta regionale - non dovrebbe adoperarsi per arrivare, quanto prima ad una definizione della condizione attuale in Irpinia? Sta facendo qualcosa? Eventualmente, quali passi ha fatto? Definire chi comanda è necessario per estire le candidature, suerirle quantomeno o è proprio questo che non si vuole? Si vorrà evitare che qualcuno, "locale", assuma la guida perchè potrebbe estromettere la parte avversaria, politicamente nemica, visto che non corre "buon sangue" in questo PD irpino? I rapporti interni sono piuttosto difficili, usando un eufemismo, e queste "guerriglie" vanno avanti da anni, almeno tre, se non quattro, da poco dopo le elezioni regionali del 2015. Sembra ci sia chi voglia aderire al PD per provare a candidarsi alle Elezioni regionali del prossimo anno, chi è già dentro e vuole provare la sfida. Qualcuno dovrà "ritesserare" e tesserare? Qualcuno dovrà controllare? Qualcuno dovrà mediare le varie posizioni e stroncare le "gelosie"? Il PD punta a nominare esterni, non iscritti? C'è una convenienza politica in una di fatto "non gestione"? E' tempo che il PD prenda atto che un "uomo solo al comando" non basta a condurli alla vittoria come non bastano tanti "carrettini" che si pensa, sembra almeno, di allestire; "carrettini" col rischio di essere "riempiti" a "casaccio, alla rinfusa", senza un filo logico ed un orizzonte, davvero comune. Chi davvero vuol salire? Quanti rifiuteranno? Quanti lo hanno già fatto? Ad ora, in tanti prevale la paura della sconfitta ed il leader, di fatto non c'è, visto che nessuno si sente rassicurato o davvero convinto, non tanto di vincere perchè questa è una certezza che nessuno potrà avere e nessuno potrà dare, ma di lottare allo stremo. Un PD da rifondare, in Irpinia, in Campania, in Italia, nonostante i recentissimi Congressi; rifondare nelle idee, nel progetto da rendere credibile, negli uomini da proporre ma il rinnovamento non è un tema, sembrerebbe, realmente caro al PD; "se non metti il solito, metti il discepolo o l'alter ego"? I nomi a cosa serve farli? Li si conoscono, sia a livello regionale che locale, i "generali e gli attendenti". Liberarsi, per alcuni, dentro e fuori il PD, dalla "dipendenza" dal Governatore, in Irpinia ed in regione, farebbe "crescere", loro stessi ed il Prtito, i partiti che credono di rappresentare.

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