"Mi sono confrontato, qualche giorno fa, su uno dei temi che da sempre mi stanno più a cuore: l'evento corruttivo che apre le porte al proliferare delle mafie, una stretta linea d'ombra nella quale sprofonda la capacità di sviluppo economico del Paese". Franco Roberti, Parlamentare Europeo, eletto tra le fila del PD, ex Assessore nella Giunta di Vencenzo De Luca all'Ente Regione Campania,  ex Procuratore Antimafia, fortemente sostenuto, da Lucia Fortini, Assessore regionale all'Istruzione, alle Politiche Sociali ed alle Politiche Giovanili. "Ho sottolineato come mafia e corruzione siano due concetti diversi, seppure due facce della stessa medaglia. La corruzione è uno strumento che agevola l'agire mafioso, è il reato del potere che apre le porte a un’offerta criminale. Non si può definire semplicisticamente come "deviazione del potere" quanto piuttosto una sua manifestazione propria, per quanto complessi ne siano contorni, motivazioni e connivenze. Occorre quindi un cambio culturale e gli strumenti giudiziari, da soli, purtroppo non bastano. Anche perché oggi il mafioso è ormai un soggetto inserito nella società e la forza delle mafie sta nell'incrocio tra l'offerta e domanda, ovvero tra un’offerta criminale e una domanda che esiste nelle pieghe della società e in particolare nelle aree dove alberga il potere. Come dice Don Luigi Ciotti dell'Associazione "Libera contro le mafie": “la forza delle mafie è fuori dalle mafie”. Roberti, dalla sua pavina virtuale va a concludere: Ne ho discusso con il Presidente dell'Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, il collega senatore Franco Mirabelli e Franco Antoci, già presidente del Parco dei Nebrodi, noto per aver introdotto un protocollo di certificazione antimafia (cd. "Protocollo di legalità" o "Protocollo Antoci"), ora recepito dal codice antimafia applicato dal 2017. Vittima di un attentato mafioso, dal quale fortunatamente è uscito illeso, Antoci ha ricevuto molteplici Premi, riconoscimenti ed Onorificenze nazionali ed internazionali". 

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