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POLITICA  - 
Regionali; I De Mita, no a "sciamani" Rosato, ci sono Del Giudice, De Luca? NI
23 FEBBRAIO 2020 - Ore 11:23

Grottolella. Si è tenuto presso la Sala Consiliare l’incontro – dibattito sul Popolarismo e la “rete” da realizzare per la Campania. Un interessante appuntamento al quale hanno preso parte Marco Grossi, Vicesindaco della comunità locale, Giurista e Scrittore che ama approfondire ed illustrare la ”storia” politica popolare (da Sturzo a De Gasperi sino ad i protagonisti del passato prossimo ed il presente) e la Carta Costituzionale, quella che in moltissimi definiscono la “più bella” del mondo ma su questo “intendo” farmi “nemico” Marco in quanto credo fermamente che i “principi”, possono essere, “belle parole” ma niente più. Sono come un bel vestito del quale ci si innamora ma non è disponibile la “taglia”; L’esempio roboante è: “L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro….”; bene, ma c’era bisogno di scriverlo? Su cosa la si voleva “fondare”? Sulla schiavitù? Quanto da me scritto, è un paradosso, un invito alla riflessione riferita al fatto che i “dettami”, quelli in cui ci si addentra poi, devono poi poter essere attuati. La cosiddetta “architettura” Istituzionale che ha la Costituzione quale “cappello” deve essere funzionale ed avere una certa flessibilità relativa ai tempi che cambiano. Sarà la Carta “più bella del mondo” ma ci sono realtà, senza andare troppo lontano da noi, in cui, il lavoro, il sociale, i diritti, sono ordinarietà mentre in Italia sono un qualcosa di straordinario, da conquistare o difendere nonostante la bella Carta e la Repubblica fondata sul lavoro…. Ci sono Democrazie e “Carte”, magari non belle ma sono la “moglie che sa cucinare, rassettare, guidare la famiglia” (nessuno adombri maschilismo) perché ci si “innamora” della “concretezza e non della bellezza". “Perdonatemi” la lunga parentesi e “torniamo a noi”: Dicevo, all’incontro di Grottolella sul Popolarismo erano presenti, Grossi; il Sindaco Antonio Spiniello, colui il quale è “tornato” dopo cinque anni per riprendere da dove aveva lasciato e far tornare a “correre la macchina amministrativa”; l’Assessore Brunella Nigro ed il “clou” del Popolarismo con Giuseppe Del Giudice, Giuseppe Rosato, Giuseppe De Mita e Ciriaco De Mita ovvero, Luigi, il Segretario, il Presidente, il Sindaco. Giuseppe Rosato ha di fatto lanciato la sua candidatura al Consiglio regionale della Campania che si comporrà all’esito delle Elezioni di Primavera. Il Cardiologo, avellinese, per eccellenza (riconosciuto ben oltre i confini locali) ha espresso la sua disponibilità ad esserci, a dare il proprio contributo, a mettere sul piatto la propria esperienza “tecnica” e politica in quanto ha “respirato, pompato, irrorato” il “pensiero popolare". Rosato ha sostanzialmente “centrato” il suo intervento sul dover tornare a ragionare di politica, a fare politica, a fare in modo che la politica guidi i processi della vita sociale in tutte le sue declinazioni ovvero, Lavoro – Welfare - quindi Sociale, Scuola, Sanità. Rosato ha evidenziato che il ruolo dei tecnici in politica è stato importante ma non costruttivo in senso definitivo proprio per la mancanza della politica a fare da guida, fibrillazioni ed assenza di pensiero politico nel ventennio ultimo. La necessità è dunque tornare alla politica, quella con la P maiuscola. Rosato, ovviamente, è l’esperto di Sanità ed il suo “giudizio” sull’uscita dal Commissariamento campano lo ha dato attraverso questa “passaggio” ossia, Vincenzo De Luca, il Governatore -Commissario ha completato il lavoro iniziato da Stefano Caldoro, Governatore e Commissario sino a cinque anni fa. L’intervento di Giuseppe De Mita ha rappresentato attraverso l’eleganza dell’eloquio la “ricostruzione” che bisogna operare per tornare a unire Politica e Comunità, fare in modo che tornino ad essere una cosa sola. Giuseppe: “Ho una storia ed un presente che si colloca dentro una prospettiva. E’ dialogo dentro la comunità per costruire la verità. Le Regionali non risolveranno i problemi politici ma sarà una fase della dinamica”. Giuseppe ritiene, per certi aspetti, che PD, Movimento 5 Stelle ed anche altri potrebbero anche mettersi insieme ma questo non è possibile e non potrà esserlo concretamente perché sono soltanto degli agglomerati, non dei partiti, non delle comunità politiche. L’onorevole Giuseppe “getta” uno sguardo alle recenti Regionali in Emilia – Romagna e mette in risalto il dato che le forze populiste hanno preso voti nelle periferie mentre chi sta bene, inteso socialmente, pur avvertendo una forma di disagio in lontananza, non la contestano. Giuseppe è diretto: “I voti a Lega e 5 Stelle sono il grido lanciato da chi soffre, patisce ma non trovando il “medico” alla fine si rivolge allo “sciamano””. Giuseppe De Mita sostiene appassionatamente che bisogna fare in modo che si torni a fare politica. Occorre qualcosa che non sia uno schema attraverso il quale rassicurare, un rassicurare fine a se stesso e senza prospettive. Occorre un dialogo che sia diretto, visivo, faccia a faccia e non il veicolo senza anima dei social. Il Politico deve svolgere la funzione di raccordo con il territorio. Riproporre il Popolarismo è una sorta di questione morale. L’uomo deve essere il fine ma anche il mezzo, questo nel Popolarismo. Al contrario, il populismo utilizza l’uomo ed il suo disagio per il proprio fine, quindi non quello della collettività. Bisogna ricostruire un sistema di garanzia attraverso il quale, la politica non sia la “badante” ma il “medico” che accoglie e cura. Un esempio di populismo? La riduzione dei parlamentari. Se davvero si voleva offrire concretezza, ma non attraverso il populismo, sarebbe bastato il tagliare gli stipendi dei parlamentari. Infine, Giuseppe, alla domanda se De Luca sia uno "sciamano" o un "medico" ha risposto con un sorriso ed un pizzicotto alla barba (questa “curiosità” per evidenziare la “collocazione” dentro la comunità e non la distanza). Ciriaco De Mita, il Presidentissimo, il Sindaco, il “Pilota” attraverso il quale l’alta Irpinia si muove alla ricerca, al ritrovare spolvero, opportunità, economie, crescita, sviluppo. Mi piace riportare, una estrema sintesi, in questo caso, di quanto ci siam detti nell’atrio della casa comunale. Ciriaco De Mita ha rimarcato la mancanza di pensiero politico di Lega e Movimento 5 Stelle, pentastellati che si sono persi strada facendo, in quanto, lo stesso Presidente, li ha seguiti con attenzione nella fase embrionale e dei primi vagiti ed ha per certi aspetti, riconosciuto, una qualche forma di pensiero politico, a Beppe Grillo, il quale però lo ha delegato a chi non ha saputo portarlo avanti sprofondando nel populismo; ecco, il populismo, la demagogia è assenza di pensiero politico, di capacità costruttiva. Parlare alla pancia porta a reazioni sull’onda emotiva e non di discernimento. De Mita ha partecipato ad incontri sull’idea di fondare, rifondare la Democrazia Cristiana e la rete dei Popolari in fondo è questo. De Mita vuole che la comunità torni a connettere testa, cuore e pancia. Quanto alla sua "storia" nel PD, perchè di fatto non è mai cominciata? Proprio per questo, perché il PD, il neonato PD del 2007 ha dimostrato dopo poco di essere una creatura che sarebbe stato difficile educare in quanto il Walter Veltroni di allora, quello che sognava i Democratici Usa, dopo un paio di telefonate col Presidente, ha interrotto improvvisamente il tentativo di dialogo e quindi la costruzione comune. In sostanza sembrerebbe aver sostituito il pensiero politico con una tesi di Laurea, per quanto da Lode. De Mita è storia e racconta la storia, De Gasperi, Craxi, il “binomio” D’Alema – Veltroni, sino a Renzi sul quale bisognerebbe scrivere un libro. Quanto alle Regionali, De Mita si guarda intorno e vede ben poco o nulla e quindi non resta, al momento l’attuale Governatore Vincenzo De Luca col quale dialogare, tentare di farlo. Ciriaco De Mita, sembrerebbe, avere scelto dove e con chi stare ma il “capannello”, probabilmente dice di più e dentro la realtà, ovvero che De Mita non “amando”, appunto, Lega e 5 Stele, quindi volgere lo sguardo verso orizzonti nei quali si prospettano verdi e gialli è un qualcosa che rifiuta proprio perché il pensiero politico non può trovare punti di incontro con il populismo. Ciriaco De Mita parla molto ma ascolta anche molto, ti guarda negli ochhi, cerca il contatto, ed è questo che lo rende unico. Per l’’ex Capo del Governo, abituato a dialogare con le miriadi di “correnti della allora DC, passare dal dialogo politico (pur attraverso tutte le sue declinazioni) col Pentapartito ai pentastellati è allo stato impossibile.

Per riassumere chiudiamo col pensiero di Giuseppe Del Giudice ovvero, per ora si dialoga con De Luca ma se gli scanari dovessero cambiare se ne prenderà atto in quanto i Popolari sono una comunità, come dicono anche Ciriaco e Giuseppe De Mita, quindi si discuterà e deciderà.



Fero - Grottaminarda - 23 FEBBRAIO 2020 - Ore 11:23






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