Napoli. Si è "accesa la spia rossa" per il Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca il quale sarà, come egli dice "stracandidato", quindi alla ricerca della riconferma, alle Regionali che dovrebbero tenersi a Settembre ma su questa data già ne abbiamo "parlato" con i tanti presunti vantaggi o svantaggi delle coalizioni, Centrodestra o Centrosinistra ma anche M5S e Sinistra ("scorrete" Cinquerighe); le prossime "ore" dovrebbero essere "liberatorie" in tal senso con la "decisione della prima parte", ovvero il "via libera" che deve arrivare dal Governo. Dicevamo della "spia rossa" per De Luca; il tanto "pompato" documento sottoposto al vaglio dei partecipanti, invitati alla Stazione Marittima, lo scorso 3 Giugno (documento del quale abbiamo riportato il testo) non è stato firmato. Il documento sottoposto dal "team" di De Luca allo stesso PD, campano però, in quanto il "nazionale" come da tempo continua a fare, "nicchia" e lo dimostrerebbero le parole di Nicola Zingaretti pronunciate nel corso della prima Direzione Nazionale del Partito in questo tempo di COVID (fortunatamente "scemato" anche se in Campania siamo stati ancora più fortunati perchè non ha colpito come al Nord ed augurandoci che chi prevede o paventa un "ritorno" del virus in Autunno si sbagli) il quale vorrebbe la costruzione, dove si vota, sia comunali che Regionali, di una coalizione ampia e certo quella di De Luca, quella ancora "ipotetica" rappresenterebbe un "assembramento" di liste e pochi partiti dove non vi è gran parte della Sinistra, non vi è demA, non vi è il Movimento 5 Stelle, cosa scontata con De Luca in scena e sottoposto a liste civiche e partiti come Più Europa, Centro Democratico, Popolari con questi ultimi che non erano presenti...non ha trovato consensi e quindi non è stato firmato. Il perchè è presto detto: ci è stato riferito che quanto scritto in quel documento di poche righe è stato "letto" dai più come una sostanziale "incoronazione" di De Luca ma altro non vi era nello specifico. I partiti, quelli non legati da vincoli partitici a De Luca, non hanno accettato. La Campania ha bisogno di chi risolva i problemi e lavori sul campo e lo faccia attraverso programmi, in primis e poi gli uomini; non è andato giù quella sorta di "sostenete me e poi voi scannatevi sul territorio", questo il "titolo" che politicamente sarebbe stato dato da chi non ha condiviso. Ragionare di programmi è quello che vogliono determinati partiti, soprattutto non accettando che si rischi di fare la fine della Consiliatura che va a concludersi, dove sostanzialmente il Consiglio non avrebbe inciso nell'azione politica con tanti problemi fermi al palo da 5 anni, vedi Forestali, ad esempio,  - viene lamentato politicamente - , come non lo avrebbe fatto la Giunta, la squadra attorno al Governatore, il quale ha potuto godere di una sostanziale libertà di manovra - il tutto è riferito in analisi politica -  . L'esempio è anche quello della stessa gestione dell'emergenza sanitaria, dove la Giunta non avrebbe influenzato il "suo" Presidente, più di tanto nelle decisioni e meno ancora lo avrebbe fatto il Consiglio che avrebbe avuto il "ruolo politico" di "portavoce". Il Piano Socio-Economico, che pure non è male, ci dicono, ma migliore avrebbe potuto essere se ci fosse messi qualche ora tutti intorno ad un tavolo, la direbbe lunga sulla capacità di produrre "emendamenti" da parte degli esponenti politici. In una fase di emergenza le decisioni spettano a pochi ma sembrerebbe che in questo caso siano stati "meno che pochi". Questo, ci dicono, non vuol dire "licenziare" De Luca ma non è lo stesso momento storico di cinque anni fa dove le "condizioni erano particolari" - leggi incombenza Legge Severino - . "Bisogna cambiare metro e metodo" altrimenti si rischia qualcosa sia nella formazione della coalizione che nella "corsa" futura. In alcuni "ambienti" del Centrosinistra, ad oggi, visto quanto accade nel Centrodestra con una frammentazione ritenuta esserci, ed anche evidente, oltre a non aver ancora scelto il candidato "oppositore" non si teme tanto questa ma l'ipotesi Luigi De Magistris in campo il quale se dovesse decidere di candidarsi lo farebbe per vincere cosi come ha fatto per il Parlamento Europeo e per i due Mandati a Sindaco di Napoli e se qualcuno dice che qui ha vinto perchè vi è stata scarsa partecipazione allora non vuol vedere i fatti: alle urne nè il Centrodestra nel il Centrosinistra, PD compreso non seppero portare al voto i "propri" mentre De Magistris si. Tecnicamente, forse, potrebbe esserci la strategia di uscita per la candidatura senza "abbandonare" Napoli.  Napoli vuole ritornare al Centro del palcoscenico regionale e di questo va tenuto conto quindi cambiare approccio è doveroso cominciando dal "ragionare in termini di squadra, coalizione vera". 

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