Napoli. "Prospettiva Popolare" ha presentato in una conferenza stampa tenuta a Napoli  i partiti, i movimenti e le associazioni che hanno aderito al suo laboratorio politico e che parteciperanno alle elezioni del prossimo Settembre con un simbolo e un nome comuni. Il senso, i valori e le priorità concrete che questa identità intende rappresentare  illustrati da Ciriaco De Mita, Giuseppe De Mita e Francescomaria Tuccillo. Ciriaco De Mita protagonista, e diversamente non avrebbe potuto essere, dell'appuntamento elettorale nel corso del quale è stato anche presentato il simbolo che richiama un "pezzo" dello scudocrociato democristiano, il partito, la Democrazia Cristiana, del quale De Mita fu tra i leader "diventato anche Presidente del Consiglio dei Ministri dal 13 Aprile 1988 al 22 Luglio 1989. De Mita ha illustrato il "pensiero" popolare che ha ricostruito l'Italia del dopo fascismo. Giuseppe De Mita mette in evidenza: "Le Elezioni Regionali di Settembre rappresentano il tentativo di costruire un rapporto, un legame tra le persone e le Istituzioni. Noi registriamo, nell'elettorato un profondo disorentiamento". De Mita a "testimonianza" del disorientamento ricorda i pronostici: "Se avessimo voluto fare le proiezioni elettorali, a Gennaio, la stragrande maggioranza di noi avrebbe detto che l'amministrazione uscente sarebbe stata perdente mentre a Maggio il contrario. Le persone non hanno un riferimento, si aggrappano a chi emotivamente riesce a conquistarle ma questa non è la condizione più alta, questo genera sbandamento. Fare la campagna elettorale tutta concentrata intorno all'idea della conquista del potere rischia essere un grande problema. Ci sono questioni di carattere politico. L'azione programmatica ed amministrativa è una conseguenza dell'idea politica che si vuole realizzare quindi il programma è una espressione conseguente. La presenza della miriade di liste è come destrutturazione della rappresentanza. Si va configurando un quadro politico fatto di tribalismo della rappresenzanza. Come se si rinunciasse ad essere espressione della Società per stare dalla parte del potere. Abbiamo avviato discussioni col Presidente ma non arrivate a conclusione. Chiediamo quale quadro politico si intende realizzare. Se dopo le elezioni ci dovessimo trovare con un PD svilito, con una pluralità di individui intorno a palazzo Santa Lucia credo che non avremmo le condizioni per affrontare il momento, dal prossimo Autunno, di estrema dificoltà dal punto di vista economico e sociale. La questione è ricostruire la presenza delle forze politiche. Non vogliamo creare elementi di rottura, faremo una campagna elettorale fuori dalle polemiche ma volta a costruire. La nostra idea è quella di gettare ponti e costruire relazioni. Gli interessi delle persone si tutelano solo all'interno della centralità delle Istituzioni. Il potere può essere un grande elemento distrorsivo e disorientante. Ridare voce al popolo attraverso le forze politiche. Non esiste voce del popolo affidato ad un singolo o alla tecnica, alla tecnologia. La voce del popolo cresce coralmente all'interno delle comunità ed i partiti sono una delle comunità sulle quali vanno riorganizzate le nostre Istituzioni". La chiarezza di Giuseppe De Mita è lampante. disarmante, concreta, dura ma non urlata e per questo qualcuno potrebbe far finta di non aver sentito o capito. Potrebbe essere letta come una "lezione", un monito a Vincenzo De Luca?

La Riproduzione del materiale pubblicato su Cinque Righe è vietata
Note Legali