Avellino. E' stato inaugurato il Polo Giovani in via Morelli e Silvati. Protagonista la Diocesi guidata da Monsignor Arturo Aiello che ha "mostrato" la benedizione di Papa Francesco in quella che è stata una giornata storica per l'Irpinia e non solo. Presenti: il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, il Presidente del Consiglio regionale, Rosetta D'Amelio, il Prefetto Paolo Spena, il Sindaco di Avellino Gianluca Festa e poche altre "figure" ma questo per il rispetto delle regole sulla sicurezza riguardante l'emergenza coronavirus. A partecipare anche il Consigliere, per le Aree Interne, del Presidente della Giunta regionale, Francesco Todisco il quale ha dichiarato: "È stata una giornata straordinaria. Con la sua inaugurazione la città ha potuto conoscere, in ogni suo aspetto, la struttura del Polo Giovani. Senza la testardaggine, la capacità di visione, il coraggio del Vescovo Aiello non sarebbe stato possibile.Determinante è stata la concreta sensibilità del Presidente De Luca che da subito ha creduto in questo progetto. Ora, questa struttura è in testa alla responsabilità di tutti gli avellinesi. Può costruire una funzione nuova per Avellino, nella ricerca, nella formazione di altissimo profilo, nell’incontro fra le università campane e i pezzi produttivi migliori della nostra realtà. Ringrazio il Vescono Aiello per aver ripreso nel suo intervento l'idea che ho proposto l’altro giorno alla presenza del Ministro Provenzano; questo Polo, fra le altre attività, può ospitare il Centro di competenze delle Aree interne, un centro cioè che metta insieme il meglio delle realtà produttive con le università e i centri di ricerca campani con l’obiettivo di formare tante giovani competenze. Senza perdere la sua identità di aggregazione dei giovani, il Polo può al proprio interno, per le dimensioni che ha, avere anche questa funzione.Avellino intorno a tale scommessa può giocarsi una parte importante del suo destino, può, con l’aiuto del Governo e della Regione, attrarre quelle risorse del recovery fund che Provenzano e Manfredi vorrebbero destinare alla creazione di alcuni centri di competenze nel Mezzogiorno. Intanto, la nostra città ha un suo pezzo recuperato dall’abbandono e dal degrado e di questo ne siamo felici e orgogliosi".

Il Presidente della Regione ha detto: "È una bella giornata ad Avellino. Con il Vescovo, Monsigno Arturo Aiello, inauguriamo il Polo per i Giovani, una struttura che abbiamo recuperato e che restituiamo alla comunità. Non so se è un caso il fatto che questa bellissima struttura venga a compimento dopo questi mesi di sofferenza (emergenza COVID). Forse era scritto che si doveva concludere in questo tempo. Abbiamo avuto mesi difficili che hanno spinto a ritrovare i valori umani fondamentali. Abbiamo avuto modo di ricalibrare la gerarchia dei valori. Abbiamo capito che senza i valori umani il resto non conta". De Luca passa anche al lato politico ed il tono è "opposto": "Si è conclusa troppo presto la stagione della responsabilità. Dopo pochi mesi ho visto ritornare nella vita pubblica del nostro Paese lo spirito di disgregazione, di scissione; peccato. Avrebbe dovuto essere l'opportunità per rafforzare la coesione nazionale cambiando tanti comportamenti anche in riferimento ai giovani. Sarebbe stato bello se i giovani avessero scaricato gli elementi di tensione, aggressività, finzione ed avessero ritrovato il senso della misura ma da questo punto di vista sono mancati i padri, come Lei ha detto (il riferimento è alle parole del Vescovo che lo aveva preceduto). Una società impoverita. Non c'è solo una rottura tra nonni e nipoti ma tra padri e figli, non si parla più. Ai miei tempi si guardava ai nonni con grande affetto e tenerezza. Ascoltavamo le storie dei vecchi perchè si raccontava di un tempo in cui c'era la fame, la povertà, i sacrifici. Ci aiutavano a misurare il cammino di essere umani. Quell'elemento di scambio si è perduto. peggio il rapporto tra padri e figli. Quanto alla struttura sono contento di avervi dato un aiuto perchè questa produrrà frutti straordinari per la comunità". De Luca pensa all'emergenza COVID: "Ai ragazzi, alle ragazze vorrei dire cose semplici, farmi capire. Non vi spaventate del lanciafiamme. Quella era una metafora usata quando nel pieno dell'epidemia qualcuno, qualche genitore pensava ad organizzare feste di Laurea. Il Vescovo ed il Governatore hanno ruoli diversi ma salviamo la vita di tante persone". De Luca passa ad un esempio forte rivolgendosi ai ragazzi ed alle ragazze: "Siate uomini e donne liberi. In una scuola, ad un incontro in una scuola superiore, parlando della situazione giovanile. abbiamo parlato anche di spinelli, droghe leggere, cosiddette. Io non ho mai fatto uso di droghe, anche leggere ma non per moralismo. Non ne ho fatto uso per una ragione ideale, perchè ho deciso che nella mia vita non voglio rinunciare neanche per un attimo alla mia condizione di uomo libero e qualunque cosa mi privi anche per un attimo della mia libertà di pensiero, la rifiuto. Sono un uomo libero, padrone della mia coscienza, della mia mente e dei miei atti. Cari giovani fare uso di pasticche non è essere moderni". De Luca pensando al drammatico dato dei suicidi ad Avellino; "Si perde il senso della Vita, il senso dell'Esistenza ... Cari ragazzi e ragazze non mettete in croce i vostri padri su cose, come avere il telefonino o le scarpe alla moda, non è questa la modernità. La cosa più moderna è l'insegnamento dei vostri padri i quali hanno vissuto in maniera religiosa. La Religione non è, per me, rappresentata dalle Liturgie ma è credere che ci sia qualcosa oltre la nostra esistenza individuale. La Religiosità della Vita è sacrificare qualcosa da lasciare ai figli, al prossimo". De Luca chiude: "L'Irpinia è una terra meravigliosa che ha avuto uomini di grande pensiero e cultura che hanno costruito l'Italia. La sala del Governo regionale è infatti dedicata a Francesco De Sanctis, un grande irpino, padre del Risorgimento italiano, un grande intellettuale che ha lavorato per creare una coscienza nazionale. Il cambiamento, per riprendere il suo pensiero, lo si fa sulla base di un principio di realtà; gli ideologismi non servono ma serve la cultura del possibile. Non sono le parole che cambiano la realtà ma la conoscenza, la competenza, lo spirito di sacrificio, la capacità di organizzazione, la tenacia nella Vita. Cari Giovani, dovete crescere su questa base di valori. Giovani di cultura con Memoria per un grande Sud. Grazie a Monsignor Aiello per questa opera".

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