"In queste ultime ore abbiamo aperto confronti, dialoghi, ristabilito equilibri e riflettuto moltissimo. Siamo arrivati a una conclusione: un progetto nostro aperto a tutti ma libero da ogni casta! Oggi non firmo solo la mia candidatura, oggi firmo l'inizio di un nuovo capitolo nei principi democratici in cui sono cresciuto e non ho mai abbandonato. Lo sto facendo per questo territorio senza più ideali e prospettive. Lo sto facendo per la mia gente, per il verde di queste colline e per un futuro che sia di tutti. È vero, qualcuno ha temuto il mio legame col territorio, con voi. Ora però iniziamo Davvero. Ora non ci ferma più nessuno". Livio Petitto con queste parole "comunica" la sua discesa in campo anche se non conb la lista del PD. A questo punto bisognerà capire quali saranno i "destini" politici dell'ex Presidente del Consiglio comunale di Avellino e quale decisione assumerà la Direzione "dem" visto che aveva dichiarato, tramite lo stesso Segretario nazionale, Nicola Zingaretti, che nessun PD avrebbe dovuto candidarsi in altre liste, il che forse non era tanto proponibile indipendentemente dal "caso" Irpinia. Petitto, dopo essere stato escludo dalla compadine "democratica, in un qualche modo "cementifica" ancora di più il rapporto col Sindaco, Gianluca Festa, un Pd "DavVero" ma a questo punto, tutti debbono chiarezza sull'appartenenza partitica; essere parte di una "comunità" come tutti o quasi dico, non vuol dire essere sempre candidati ma neanche vuol dire "lasciare"; Certo che in un partito dove "regna la confusione" tutti hanno ragione e quindi tutti torto, politicamente. Chi ci rimette davvero in tutto questo? L'elettorato PD. Petitto col suo "bacino" di voti potrebbe aver fatto la scelta giusta, in quanto si sa, la Legge elettorale regionale è alquanto "complicata", dove c'è chi con 13.000 voti resta a casa e chi con 5000 entra in Assise. Petitto potrebbe rappresentare la "sorpresa" e lo stesso PD magari si "pentirà" di "averlo aiutato" a prendere questa decisione. 

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