"Arancione", un colore che fa "arrabbiare" i Ristoratori. Tra questi "rileviamo" due note, quella della Chef, Isabella Preziuso di Summonte, titolare della Locanda La Molara ed Enrico Schettino della "catena" Giappo a Napoli. "Pomo discordia" è l'ennersima Ordinanza di Vincenzo De Luca e le scelte del Governo nazionale sui divieti per i giorni da domani a seguire:

Isabella Preziuso: Tante paure, tanti dubbi ma il primo obiettivo è mettere in salvo la propria azienda e per quanto mi riguarda, indipendentemente dall'Ordinanza odierna del Presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca e della decisione del Governo nazionale, non mi va di riaprire a metà perché in una realtà come la nostra, locata in un piccolo paese di 1000 abitanti non ne vale la pena e questo perchè, come ho già avuto modo comporta costi che rischierebbero di non avere adeguata "copertura" dall'eventuale guadagno. Siamo, una realtà, che nonostante, l'aver rispettatto, oso dire, non alla lettera ma alla virgola quanto ci è stato imposto per garantire i clienti e noi stessi dal rischio contagio COVID, a nulla è servito, perchè, di fatto è come se ci avessero chiusi con l'averci circondato da limitazioni negli spostamenti territoriali, anche tra i comuni ed addirittura all'interno degli stessi. Bollette e scadenze varie da rispettare, restano ed allora "impegnarsi" in una "riapertura a rischio" non conviene. La nostra attività di ristorazione è "ricercata" al di fuori dai confini irpini e l'impedire al napoletano di raggiungere Summonte ci ha fortemente penalizzato e questo va avanti da settimane. In  conclusione, ci sono taluni, cosiddetti "espeti COVID" che già ci "ammorbano" più che informare realisticamente, su una terza ondata del virus a Gennaio. Chiudere un Ristorante, praticamente tutto l'Autunno e l'Inverno crea molti problemi e preoccupazioni, anche perchè, un paese  come il nostro è soggetto al rischio neve quindi già penalizzato ma è la "natura" e quindi va bene ma chiudere ad oltranza, per una, per carità pericolosa emergenza sanitaria, senza però prevedere, da parte delle Istituzioni, una progettualità di ripresa, che non è certamente il "bonus assistenzialistico", non ci fa vedere un futuro roseo a breve ma molto, molto duro. Ristoranti, locali che garantiscono sicurezza non avrebbero dovuto essere penalizzati. Le Istituzioni regionali, o governative nazionali, avrebbero dovuto delegare controlli agli Enti locali. Non ci sarebbe voluto l'Esercito nei ristoranti per garantire sicurezza. Noi la facciamo. Avere un locale sicuro e poi tenerlo chiuso? Qualcuno dovrebbe dare spiegazioni.

La Riproduzione del materiale pubblicato su Cinque Righe è vietata
Note Legali