Napoli. "Il 17 Maggio 1990  l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò che l’omosessualità non era più una malattia. Dopo 31 anni, purtroppo, le persone LGBT sono tuttora vittime di violenze e discriminazioni". L'Assessore regionale alla Formazione nonchè Vicesegretario regionale del Partito Democratico, Armida Filippelli commenta ed analizza con queste parole, la Giornata Internazionale contro l'omofobia. Parole scritte per La Repubblica, rilasciate, inviate a noi quale comunicato. "Nel 2021 la propria identità o l’orientamento sessuale è ancora motivo di aggressione, stigmatizzazione, pregiudizi, derisioni, discriminazioni nel lavoro e nella vita sociale. Nell’ultimo anno, durante l’emergenza Covid-19  il dato sulle violenze e sugli abusi è cresciuto sino al 40% per gli adolescenti. Ma di questi casi meno di 1 su 60 pensa di denunciare. Perché c’è ancora paura e c’è la carenza di sportelli adeguati, luoghi a cui rivolgersi, dove poter essere accolti. La Regione Campania, nell’Agosto del 2020, ha approvato una Legge regionale proprio per colmare questo vuoto e per costruire una rete di protezione e di sostegno concreta sul territorio per far sì che tutti, di qualsiasi orientamento sessuale, siano messi nella condizione di esprimere liberamente la propria personalità. La Legge prevede la realizzazione di “rifugi e sportelli arcobaleno” punti rivolti all’ascolto, all’orientamento e alla consulenza delle vittime di violenza o discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere e istituisce un Osservatorio regionale. L’obiettivo è promuovere lo sviluppo della cultura della non violenza e del reciproco rispetto, dell’educazione alla relazione e all’affettività, della cittadinanza attiva e consapevole. Perché i risultati di una ricerca nelle scuole, forniti dal Gay Help Line su un campione rappresentativo di oltre 1500 studenti, sono preoccupanti: oltre il 34% degli studenti pensa che l’omosessualità sia sbagliata ed il 10% pensa ancora sia una malattia, mentre il 27% degli studenti non vuole un compagno di banco gay. Sono dati che indicano l’urgenza di un lungo lavoro, innanzitutto di formazione culturale,  e confermano il ruolo centrale della scuola,  specchio di una società nella quale siano accolte in modo costruttivo tutte le diversità presenti nelle nostre aule per sedimentare una coscienza collettiva che condanni fermamente ogni forma di discriminazione e far agire un profondo cambiamento. A partire dal linguaggio e dall’uso delle parole che hanno un loro peso, sempre. La narrazione di ciò che accade, il vissuto di una comunità, cambia in base al linguaggio che scegliamo, come è stato rilevato anche nei giorni scorsi dall’istituto Treccani,  al  valore e al senso che attribuiamo alle parole per contrastare l’odio  e affermare l'inclusione e  le diversità.  C’è bisogno di una nuova grammatica dei sentimenti. Per smontare quei  contenuti che spesso veicolano in maniera palese o subdola messaggi lesivi dei diritti e delle discriminazioni legati a sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere. Le parole non sono neutre. Il nostro impegno, delle istituzioni, è quello di lavorare per costruire relazioni non violente e una società di donne e uomini liberi, a prescindere dal loro orientamento sessuale. E il modo migliore per celebrare la Giornata internazionale contro l’omofobia è riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, approvando rapidamente il Ddl Zan".

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