Giovedì 10 Giugno il Tribunale del Riesame di Avellino ha accolto il ricorso dei Legali della moglie e dello zio dell'Ingegnere Giannandrea De Cesare disponendo il dissequestro di 3,5 milioni. Questo, in quella che è la vicenda Scandone 1948, lo storico sodalizio della pallacanestro di Avellino, patrimonio irpino e non soltanto e su questo è lo stesso De Cesare ad evidenziare quanto questo sia patrimonio comune degli irpini. I familiari di De Cesare avevano messo a disposizione la cifra al fine di garantire il pagamento verso l'Erario da parte della Società cestistica di proprietà della S.I.Di.Gas S.p.A dell'Ingegnere De Cesare. "Ramo" Basket come la stessa Società per Azioni, in amministrazione Giudiziaria da circa due anni con la Scandone gestita da un liquidatore, attento e scrupoloso. Giannandrea De Cesare non con responsabilità di gestione per l'appunto da circa due anni successiva all intervento del Tribunale di Avellino in quella che è diventata la vicenda S.I.Di.Gas. De Cesare mette in evidenza come la Scandone sia stata regolarmente iscritta ai campionati professionistici, seppur non più nella massima categoria dove aveva fatto registrare grandi successi con una raggiunta stabilità nella parte alta della classifica, lottando nei play-off anche per arrivare alla finale Scudetto e conquistandosi spazio e credibilità internazionale. Tutto questo ora non c'è e quasi come un fulmine a ciel sereno, seppur in un panorama complesso, arriva da parte della Procura di Avellino la richiesta di fallimento, dopo che lo stesso Tribunale irpino, relativamente al "fascicolo" S.I.Di.Gas aveva dichiarato la propria incompatibilità territoriale (su Istanze dei legali di De Cesare, Alfonso e Guido Furgiuele) trasmettendo gli atti al Tribunale di Napoli. Sembrava che l'Amministrazione Giudiziaria avanzasse proposte per evitare il fallimento della Scandone ma questo concretizzarsi non è avvenuto visto quanto accade, con la Procura a chiedere che si chiuda il capitolo nei termini contestati. De Cesare mette in "corsivo" quanto sia stato decisivo l'intervento degli Avvocati Fabio Benigni ed Achille Benigni nello smontare la richiesta della Procura ed ottenendo dal Giudice la possibilità di intervenire con il Concordato da predisporre entro 60 giorni quindi con scadenza ai primi di Luglio. Oltre ciò vi è stata la proposta avanzata dalla moglie e dallo zio di De Cesare di mettere a disposizione un capitale di 3,5 milioni a garantire quanto da pagare all'Erario. A questo, un'altro colpo di scena. La Procura chiede il sequestro di tale somma e lo ottiene ma il pronto ricorso della moglie e dello zio di De Cesare portano al dissequestro quindi la possibilità di una ulteriore via di uscita e salvare la Scandone. Giannandrea De Cesare dichiara la sua soddisfazione per questo risultato ma teme possa, qualcuno ipotizzare la sostituzione del Liquidatore, cosa, nell'eventualità, che meraviglierebbe non poco l'Ingegnere. Ad ogni modo è un'altra vittoria significativa, formalmente indiretta, ma concreta nei fatti per De Cesare. Quanto al sequestro relativo alla S.I.Di.Gas, qui passiamo al Tribunale di Napoli, è stato deciso di ridurre il sequestro di 97 milioni, disposti ad Avellino, a circa una decina e questo già la dice lunga su diversi "quadranti" della vicenda giudiziaria. De Cesare ricorda che è stata la Cassazione a dettare la linea sul dissequestro, al Tribunale di Avellino, che ha trasmesso le il Fascicolo al Tribunale di Napoli, come dicevamo. De Cesare è soddisfatto e ne ha ben donde, ne ha tutti i motivi. "Unico neo", dal punto di vista di De Cesare, è la gestione della Società lasciata in Amministrazione Giudiziaria con gli stessi "nomi". De Cesare continua nel rigettare tale modello gestionale con le conseguenze che potrebbe avere una eventuale cessione della S.I.Di.Gas.com, il ramo di azienda che gestisce i clienti della erogatrice del gas, sull'intero gruppo in quanto il perno della struttura è proprio la ".com". De Cesare non condivide il piano di ristrutturazione dei debiti di chi ora amministra ed evidenzia il Gruppo S.I.Di.Gas. continua ad avere Bilanci in attivo con diversi milioni di euro (De Cesare ha fornito i guadagni della Società, che conferma la solidità del Gruppo) che potrebbero da soli o rateizzando soddisfare il debito con l'Erario. Naturalmente l'Amministrazione Giudiziaria comporta dei costi che vista la solidità del gruppo sarebbe, ribadisce, De Cesare, rimuovere e ad egli tornare. Giannandrea De Cesare a quanto contestato attraverso documentazione dal Legale Francesco Fimmanò ha deciso, nello specifico, rispetto alla decisione del Tribunale di Napoli, di non riassegnare al patron della S.I.Di.Gas S.p.A., la non predisposizione del Ricorso al Tribunale del Riesame di Napoli optando per un'altra strategia. Queste sono le parole di Giannandrea De Cesare sulle due vicende, Scandone e S.I.Di.Gas. La nuova strategia, di non appellarsi al Tribunale del Riesame è chiara ed evidente nelle motivazioni concordate con i Legali ma portarla "al pubblico", in questa fase non è ritenuto opportuno, e giustamente, da Giannandrea De Cesare.

Diversi tratti di quanto accade a questi link e "debtro" essi:

S.I.Di.Gas-De Cesare; Sequestro ridotto di 9/10 E' coperto Cosa cambia?.

Scandone; Gli Avvocati Benigni demoliscono la richiesta di fallimento Concordato.

Tribunale-Scandone; Fabio Benigni: Pronti ad eventuali impugnazioni.

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