Avellino. La Sezione contro la criminalità economica della Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Avellino, il giorno 7 Settembre, ha avanzato la richiesta di fallimento per l'Alto Calore Servizi S. p. A. proprietaria dell'infrastruttura di distribuzione idrica per il territorio irpino e di parte di quello sannitico, svolgente attività di controllo, trattamento, difesa e valorizzazione delle risorse idriche ed in particolare la gestione del servizio idrico integrato con captazione, accumulo, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili ed industriali inclusi i servizi di fognatura e depurazione delle acque reflue nonchè attività annesse e collegate a questa gestione, ivi compresa la manutenzione sia ordinaria che straordinaria delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali connesse allo svolgimento del servizio idrico. Le mirate indagini, coordinate dalla Procura di Avellino, diretta da Domenico Airoma, con l’ausilio dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Avellino, si sono articolate nell’analisi approfondita dei dati societari contabili e fiscali, con acquisizioni documentali ed escussione dei soggetti interessati, tra i quali rappresentanti governativi nazionali e della Regione Campania, della Provincia di Avellino e dei Comuni partecipanti all’azionariato dell’AIto Calore, società in house con capitale interamente detenuto da enti pubblici. Il dato accertato (a quanto riferito in fase di indagine della Procura) sarebbe quello di una profonda crisi aziendale, con risultati annui di esercizio, che secondo la Procura sarebbero stati caratterizzati da un trend costantemente negativo da più di un decennio e un’esposizione debitoria che sarebbe giunta ormai, in assenza - quanto ritenuto - di prospettive di concreto risanamento, a quasi 150 milioni di euro.

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