Avellino. "Sarebbe cosa buona e giusta, oltre che sintomo di correttezza e rispetto delle istituzioni, tenere distinti e separati i due piani: quello politico, con il confronto tra candidati e programmi e quello istituzionale che nulla ha a che fare con la sfida elettorale. A Solofra, purtroppo, non succede e la visita del vicepresidente della Regione (NDR: Fulvio Bonavitacola), a sostegno di una delle liste in campo, quella del sindaco uscente (Maria Luisa Guacci, attuale Vicesindaco di Michele Vignola, PD, e candidata a Sindaco), è la prova più evidente. Trovo gravemente scorretto, l'analisi politica di Livio Petitto (tornato nel PD ed annunciato ufficialmente sui social l'11 Aprile: "Torno ufficialmente nel PD,l’unica grande casa dei democratici e progressisti italiani. Ricevere il “bentornato” dal segretario nazionale Enrco Letta ha un sapore ancora più speciale. Sono orgoglioso di far parte di questo progetto. Guardiamo al futuro e alle cose da fare con passione e impegno".), Consigliere regionale, e l’utilizzo di una istituzione a fini elettorali, anche se comprendo che si tratta di una mossa tesa a dare una mano ad un candidato sindaco in difficoltà. Per quello che mi riguarda, da consigliere regionale, sono a disposizione e garantisco il mio sostegno a tutta la città di Solofra, mentre, per queste elezioni sono vicino alla lista “Per La Nostra Solofra” con Nicola Moretti candidato sindaco".

NDR: Da questa dichiarazione "postata" sui social non si può affermare che il PD è unito e questo lo si sapeva da ben prima della elezione di Nello Pizza alla Segretria provinciale, il Segretario che avrebbe dovuto rappresentare uno spirito sostanzialmente unitario (ma che come ben dice Umberto Del Basso De Caro, parlamentare dem, "unità non è unanimità", dichiarato a Cinquerighe qualche tempo fa, ai tempi di uno dei tanti tentativi "di Congresso" del PD irpino), quanto avrebbe dovuto essere e sembrerebbe ancora qualcuno dica o auspichi. A questo punto, vista anche la crisi del PD regionale, con la "decadenza" dell'Assemblea regionale a due mesi o poco più dalle dimissioni di Leo Annunziata, è l'ora di prendere atto che in Campania qualcosa (ed è un eufemismo) non va e la leadership di Vincenzo De Luca va "calando" sia per queste battaglie interne che vengono anche da altri "lati" ed altre realtà che per scelte o tentativi di scelte che a qualcuno possono sembrare, eventualmente, tentativi di imposizioni. De Luca deve riorganizzare il PD e deve "dimostrare" di "credere" nei propri "compagni" altrimenti il declino rischia di essere inevitabile. Deve innanzitutto partire dall'affidare i ruoli a chi è espressione del Partito, "fidandosi" di questi, e deve farlo cominciando col nominare una Giunta regionale politica, per la maggior parte "interni" al Consiglio ed espressione del territorio,senda "trasformarli" in "esterni", anche perchè lo Statuto non lo impone. I "tecnici" devono essere "pochi" e di assoluta qualità. De Luca deve avere "uniformità" di visione politica ed amministrativa su tutto il territorio campano ed in egual misura. Il Partito si costruisce così, non "forgiandolo" o di fatto estromettendolo dalla Giunta (che poi vi sia un esponente PD, ma esterno, nulla toglie al nostro ragionamento). De Luca deve dialogare con tutti, ad esempio, restando in Irpinia, anche con Gianluca Festa, Sindaco di Avellino. De Luca deve dare molto di più all'Irpinia ed i Consiglieri irpini devono farsi sentire molto di più, magari non nella "modalità" di Petitto, ma devono farlo. Quanto a Pizza, alla Segreteria irpina, cosaà può fare? Deve prendere atto di quel che accade e decidere se "punire o punirsi".

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