San Martino Valle Caudina. Convegno - Formazione organizzato dall'Ordine dei Giornalisti della Campania, presieduto da Ottavio Lucarelli, nel corso del quale si è discusso, approfondito il "tema" del PNRR e lo sviluppo delle aree interne. Il Palazzo Ducale Pignatelli della Leonessa ha fatto da splendida cornice con successiva visita dei partecipanti ai luoghi tristemente protagonisti di eventi alluvionali. Un paese con palazzi storici e monumenti a caratterizzare il centro. Tornando all'evento, sono intervenuti, con il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Ottavio Lucarelli, Aniello Troiano dell'Ente di Formazione Inform, Costantino Caturano, Presidente Parco del Taburno, Francesco Iovino, Presidente Ente Parco del Partenio, Costantino Ricci, Avvocato. A moderare, il Giornalista Valerio Pisaniello. 209 miliardi provenienti dall'Europa, quindi il Recovery Fund che si inserisce in un Piano europeo, il Next Generation EU da 750 miliardi. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si divide in sei "mission" (1, Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo; 2. Rivoluzione verde e Transizione ecologica; 3. Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile; 4; Istruzione e Ricerca; 5. Inclusione e Coesione; 6. Salute). Il dibattito interessante ed esaustivo ha fcalizzato, come naturale che sia,l'attenzione su cosa questo Piano deve rappresentare per la Campania, per il Sud. Quello che ci è piaciuto "cogliere" è il cambio di mentalità che deve avvenire nel Mezzogiorno e questo da parte delle Istituzioni, della Politica, delle "strutture" tecniche e professionali, del cittadino comune ovvero uscire dal "ciaciglio" dell'assistenzialismo che porta, comporta un voglia di fare ad uno stato "dormiente" ed infatti al Sud la fase di progettazione per arrivare ad utilizzare questi fondi sembrerebbe essere indietro rispetto a realtà del Nord, realtà, alcune delle quali già vedono l'inizio della "realizzazione" di progetti. Il Sud, la Campania, deve recuperare il gap con il Nord del Paese, una "deficienza, mancanza" che è soprattutto strutturale. Le aree interne, alcune anche invidiabilmente ben posizionate geograficamente, spesso si vedono tagliate fuori dallo sviluppo proprio per la mancanza di infrastrutture di "diversa natura", strade, autostrade, ponti, tratte ferroviare, per non parlare di Alta Velocità, Alta Capacità. Zone industriali "incardinate" in una sorta di "deserto sìinfrastrutturale" che rendono paradossale il tutto. La politica deve indirizzare la crescita, avrebbe già dovuto farlo ed ora con questi fondi da investire già è in "ritardo". Spesso, sembrerebbe, si ipotizza l'utilizzare questi danari per edificare opere che avrebbero dovuto essere portate avanti in altri tempi e con altri fondi, magari andati persi proprio per incapacità di indirizzo, programmazione e progettazione. Bisogna capire che i fondi del PNRR non devono servire a realizzare uno stadio o una stradina, o una fioriera ma ben altro. Un invito, è emerso, ai Giornalisti affinchè pungolino la politica anche su questa tematica fondamentale per i nostri territori.

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