Oggi la prima della "due gioni" de La Festa de L'Unità del Partito Democratico irpino. Ad aprire i lavori il Commissario regionale Antonio Misiani, Responsabile Economia e Finanze della Segreteria nazionale. Un PD campano al quale, attraverso il Congresso, dare gli organismi interni e quindi renderlo effettivamente operativo e non lasciare un Commissariamento lungo nel tempo, in quanto, la "forma commissariale", è stato evidente in passato, ha sostanzialmente "balcanizzato" il Partito, non dando possibilità di radicamento sul territorio. Sotto la lente di ingrandimento del PD irpino le iniziative con risvolti nazionali oltre che regionali ed irpini in vista delle prossime scadenze elettorali, a partire dalle Elezioni Europee (Destinazione Europa) ed Amministrative del prossimo anno. "Partita" molto importante, quella delle Comunali con Avellino, naturalmente in pole position, in quanto il Partito è chiamato a mettere in campo alleanze e candidature in grado di lottare per la conquista di "palazzo di Città". La costruzione del Campo Aperto (come lo chiama Nello Pizza, il Segretario provinciale) al quale si è lavorato durante il corso dell'Estate e per il quale si è in via di definizione in quanto qualche "tassello" è da limare, al fine di arrivare al giusto incastro. Un equilibrio da definire, con tutti i "papabili alleati", dai Partiti, al mondo dell'Associazionismo, e di conseguenza costantemente adoperarsi per fare in modo che tenga alla distanza e per fare questo, il PD, deve risolvere (ma questa non è una novità dalle parti di via Tagliamento) qualche contrapposizione interna, in primis appunto. Con Pizza, Enza Ambrosione e Gerardo Capodilupo e alla presenza del Consigliere regionale, Presidente della Commissione VIII, Maurizio Petracca, e di tanti amici e compagni del PD irpino, si è discusso di tanti punti, evidenzia Misiani, quindi PNRR, il dimensionamento scolastico, le politiche del Governo nazionale che, secondo l'analisi politica dem, più volte ribadita, non mettono al centro il Sud e le aree interne. Una politica di contrasto che deve partire dalla Campania, dall'Irpinia. 

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